Nessun sequestro ma una serie di accertamenti negli uffici della sede legale della ditta Carfì di Ragusa, presso l’agglomerato industriale Modica-Pozzallo, l’azienda alle cui dipendenze lavoravano Salvatore Tumino e Salvatore Smecca, quelli eseguiti dai carabinieri del Nucleo Ispettivo per il Lavoro, accompagnati dai militari della Compagnia di Modica. Gli inquirenti sono stati incaricati dalla Procura di Caltagirone. Sono stati fotocopiati una serie di documenti relativi all’assunzione dei due operai morti e della loro posizione contrattuale. L’azienda ha dichiarato che entrambi i lavoratori erano in regola. Salvatore Smecca, l’operaio di 47 anni di Gela, era appena al suo terzo giorno di lavoro alle dipendenze della ditta Carfì. Aveva trovato quell’occupazione dopo anni di precariato. Per gli inquirenti, però, Smecca che aveva cominciato a lavorare da pochi giorni non poteva avere maturata un’effettiva e grande esperienza in ordine a questi interventi. Un particolare sul quale il Procuratore Lo Re, vuole vederci chiaro. Come si vuol vedere chiaro sul perché gli operai non indossavano né mascherine né respiratori. La Carfì Servizi Ecologici ha sostenuto che "per l’esecuzione del servizio di espurgo non era prevista né dalle nostre procedure aziendali, né dalle disposizioni del committente la presenza di nostro personale all’interno della vasca o comunque lo svolgimento di qualsiasi operazione, anche momentanea, all’interno della vasca stessa. Il mezzo di espurgo, posizionato nella stradella adiacente la vasca, viene governato da un operatore addetto ai comandi, che non può allontanarsi dal mezzo stesso. Mai, neppure in passato, ha svolto per il depuratore di Mineo alcuna attività di bonifica e/o manutenzione di vasche, filtri o altro".
LA TRAGEDIA DI MINEO. GLI INQUIRENTI VOGLIONO VEDERE CHIARO SULLA POSIZIONE DI UNO DEGLI OPERAI DELLA CARFI’ DI MODICA
- Giugno 14, 2008
- 2:31 am
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