MODICA, OPERAZIONE “TRASH”. GIUSEPPE BUSSO SI DIFENDE DAVANTI AL GIP

Non ha lesinato parole nei circa 90 minuti di interrogatorio l’imprenditore Giuseppe Busso, 41 anni, legale rappresentante dell’Ati, l’Associazione Temporanea di Imprese, che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, arrestato nei giorni scorsi nel corso dell’operazione "Trash"(spazzatura), eseguita dalla Guardia di Finanza di Ragusa. Ieri, Busso ha ricevuto la visita del Gip del Tribunale di Modica, Michele Palazzolo, nel carcere di Piazza Gesù. Assistito dagli avvocati Saverio La Grua ed Alessandro Agnello, ha risposto a tutte le domande, come previsto, fornendo spiegazioni e documenti per smontare le accuse. "Riteniamo – dice l’avvocato Agnello – di avere chiarito abbondantemente come stanno i fatti attraverso una dettagliata documentazione, dimostrando, innanzitutto, che l’azienda aveva tutte le credenziali per ottenere l’appalto. Addirittura abbiamo già discusso la vicenda davanti al Cga di Palermo che deve ancora pronunciarsi". Giuseppe Busso ha spiegato ed ha cercato di provare come stanno, nella realtà, le cose. Avrebbe spiegato che la sua società è regolarmente iscritta all’apposito Albo professionale. L’unico intoppo sarebbe la voltura che richiede tempi tecnici, e cioè il passaggio dell’iscrizione dalla società di uno dei soci dell’imprenditore all’Ati. "L’iscrizione – spiegano gli avvocati La Grua ed Agnello – esiste dal 2005 e la scadenza è nel 2009". Si è parlato del reato di concussione, legato principalmente all’edizione 2007 di Eurochocolate(il reato riguarda anche altre manifestazioni), episodio che ha determinato l’arresto dell’uomo insieme alla dirigente del Comune di Modica, Anita Portelli, che sarà interrogata lunedì. Busso ha sottoposto al Gip gli articoli 34 e 35 del contratto d’appalto dove sarebbero previsti pagamenti di somme extra trattandosi di eventi straordinari della durata, come nel caso, di 12 giorni, 24 ore su 24. "Non ci sono fatture pagate in esubero. Come già aveva detto il collega Giorgio Assenza, c’è stata un’errata lettura del contratto d’appalto da parte degli inquirenti – dicono i due difensori -. Riguardo alla questione circa il numero di dipendenti e l’efficienza dei mezzi, il nostro assistito ha potuto produrre documenti e buste paga che smentiscono tale circostanza. Nel capitolato d’appalto sono previsti 74 dipendenti, in organico ce n’erano 76. Erano solo i due in esubero inquadrati con mansioni in esubero". Il magistrato indagante ha deciso di riservarsi sulla richiesta di remissione in libertà o in subordine di restrizione domiciliare di Giuseppe Busso "per mancanza di gravi indizi di colpevolezza".

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa