Si è avvalso della facoltà di non rispondere, l’imprenditore agricolo Raffaele Cirnigliaro, 47 anni, arrestato dai carabinieri con l’accusa di fabbricazione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, e interrogato ieri, nel carcere di contrada Pendente, dal gip Ignaccolo. All’interno dell’impianto serricolo di Cirnigliaro, che si estende per circa seimila metri quadri, sono state trovate sei serre coltivate a cannabis, marijuana e indica per un valore di svariati milioni di euro. Hanno invece parlato e chiarito la propria posizione i quattro immigrati, due indiani e due del Bangladesh, finiti in cella nel corso del blitz di venerdì scorso. «Eravamo arrivati da qualche giorno e il nostro incarico era rimuovere le erbacce e ripulire le serre» è la versione comune degli stranieri, tre studenti e un laureato, che aggiungono di non essere in grado di distinguere una piantina di pomodoro da una di cannabis e che proprio in quelle sei serre non potevano entrare perché Cirnigliaro preferiva occuparsene personalmente. Il gip si è riservato di decidere sulla convalida degli arresti e sulla misura cautelare in carcere. Il difensore di Cirnigliaro, l’avvocato Santino Garufi, sta valutando la possibilità di fare ricorso al tribunale della Libertà o chiedere il giudizio immediato. Apparentemente più chiara la posizione dei sei stranieri che potrebbero dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati.
Vittoria . Coltivazione di stupefacenti Ieri gli interrogatori
- Luglio 8, 2008
- 10:51 pm
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