Vittoria . Coltivazione di stupefacenti Ieri gli interrogatori

Si è avvalso della facoltà di non rispondere, l’imprenditore agricolo Raffaele Cirnigliaro, 47 anni, arrestato dai carabinieri con l’accusa di fabbricazione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, e interrogato ieri, nel carcere di contrada Pendente, dal gip Ignaccolo. All’interno dell’impianto serricolo di Cirnigliaro, che si estende per circa seimila metri quadri, sono state trovate sei serre coltivate a cannabis, marijuana e indica per un valore di svariati milioni di euro. Hanno invece parlato e chiarito la propria posizione i quattro immigrati, due indiani e due del Bangladesh, finiti in cella nel corso del blitz di venerdì scorso. «Eravamo arrivati da qualche giorno e il nostro incarico era rimuovere le erbacce e ripulire le serre» è la versione comune degli stranieri, tre studenti e un laureato, che aggiungono di non essere in grado di distinguere una piantina di pomodoro da una di cannabis e che proprio in quelle sei serre non potevano entrare perché Cirnigliaro preferiva occuparsene personalmente. Il gip si è riservato di decidere sulla convalida degli arresti e sulla misura cautelare in carcere. Il difensore di Cirnigliaro, l’avvocato Santino Garufi, sta valutando la possibilità di fare ricorso al tribunale della Libertà o chiedere il giudizio immediato. Apparentemente più chiara la posizione dei sei stranieri che potrebbero dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa