LA POLEMICA SULL’ARTICOLO DE “IL GIORNALE” SU MODICA. HA SBIRCIATO SU WIKIPEDIA, MA NON CONOSCE LA CITTA’. ECCO COME LA PENSA LA COLLEGA ISABELLA COLOMBO

I giornalisti frettolosi sbirciano sul sito Internet Wikipedia per recuperare informazioni blandamente certe in poco tempo. Lo faccio anche io, costantemente. Ma un articolo del collega Federico Novella, firma de “Il Giornale”, mi ha aperto gli occhi. Risale al due luglio e si intitola “Povero Pd, basta una Modica vittoria per esultare”. In breve: per ridicolizzare la vittoria del Partito democratico a Modica, unica roccaforte siciliana di centrosinistra nel disastro delle ultime amministrative, Novella sceglie di ridicolizzare la cittadina. Dipingendola come quello che noi isolani chiameremmo un posto “unni pessi i scappi u Signuri” (letteralmente “dove Cristo ha perso le scarpe”). Così scrive la collega Isabella Colombo in un articolo pubblicato su sciclinews, che riportiamo di seguito. " Cioè, un luogo recondito, misero, di cui nessuno immagina neppure lontanamente l’esistenza. Novella, ironicamente e sprezzantemente, lo definisce “metropoli strategica” e ne cita solo, per dar ragione al suo paradosso, le sagre della ricotta e le degustazioni di prodotti alla carrubba. Facile ed efficace scelta giornalistica. Formula retorica di sicuro successo. Divertente persino. Se non fosse che Modica non è quello che il giornalista immagina e descrive. Il giornalista s’inganna. Capita. È incappato in Wikipedia (lo dichiara lui stesso nell’articolo) e ci inciampa. Io leggo e sobbalzo: la vittoria del Pd a Modica, 60 mila abitanti appena, sbandierata come un segnale di ripresa del partito, è in effetti ridicola. Ma la mia Modica, la città dove sono nata, sono cresciuta professionalmente e dove ho lasciato il cuore ora che il lavoro e la vita mi hanno portato al Nord, non è quella di Wikipedia e non è quindi quella di Novella. Che rabbia! Sarebbe bastato al giornalista non fermarsi al primo risultato di Google, firmato Wikipedia, e andare più avanti, o magari commissionare una ricerca veloce al centro documentazione del suo giornale. Avrebbe saputo qualcosa di più certo su Modica e avrebbe evitato di scrivere banalità. Mi interrogo. Quante volte io stessa, scrivendo superficialmente di cose che non conosco, sarò incappata nel ridicolo agli occhi di chi invece quelle cose le conosce? Perché se è vero, come Novella divertito scrive, che “a Modica si decidono le sorti dell’antica razza bovina modicana” è altrettanto vero che quella razza è una delle rarissime autoctone che non siano state fatte fuori dalle più redditizie frisone. Un presidio di qualità italiana che Novella non conosce. Se è ridicolo che a Modica si compiano “le fatali scelte di eco internazionale sulla consistenza della ricotta”, non lo è che quelle scelte si compiano sul commercio equosolidale di cacao (vedi gli ultimi consessi internazionali della manifestazione Eurocholocate). Una storia di intraprendenza che Novella non conosce. Se fa sorridere che a Modica “ogni evento è di portata mondiale”, fa riflettere che questa cittadina tardobarocca sia diventata nel 2000 patrimonio Unesco. Un evento che Novella non conosce (o volutamente non cita). Se è ovviamente impossibile che a Modica non “si decide il futuro del mondo” è possibile, anzi, vero, che a pochi chilometri da qui si sia firmato quell’armistizio che ha posto fine alla tragedia italiana della seconda guerra mondiale. Un retaggio storico che Novella non conosce. Per non parlare di quella bazzecola del “cioccolato amaro” allegramente citata dal giornalista: uno dei pochi in Italia lavorati ancora secondo il metodo artigianale, che viene oggi esportato in tutto il mondo e celebrato ripetutamente dalle colonne dei più prestigiosi quotidiani internazionali. O del commercio internazionale di caffè e di farina di carrubbo, valido surrogato del cacao. O del tasso di emigrazione e disoccupazione che sono tra i più bassi dell’intera isola. O dell’eccezionale numero di piccole e medie imprese che fanno di questa cittadina un modello tipico del nord est italiano cresciuto invece all’ombra di un sud est siciliano strozzato da un credito sfavorevole, da una cronica mancanza di infrastrutture e da una burocrazia da terzo mondo. Parlare di Modica come di un teatrino per le sagre della ricotta offende i suoi abitanti. È un colpo basso. Immeritato per chi lo riceve. Ridicolo per chi lo sferza. La rabbia sfuma ma a me resta la lezione: cancello Wikipedia dalla barra Internet dei miei “preferiti”. Isabella Colombo

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa