MODICA, OPERAZIONE “TRASH”. RICORSO AL TRIBUNALE DELLA LIBERTA’

Depositate le richieste di riesame a Catania dai difensori dell’ex dirigente del settore Politiche Ambientali del Comune di Modica, Anita Portelli, 55 anni, e del legale rappresentante dell’Ati Busso, Giuseppe Busso, 41 anni, rispettivamente gli avvocati Giorgio Assenza, Saverio La Grua ed Alessandro Agnello, a seguito delle decisioni del Gip di Modica, Michele Palazzolo, che si è espresso per una parziale modifica del provvedimento restrittivo nei confronti dell’imprenditore, ammettendolo ai domiciliari, e confermando la restrizione a casa dell’attuale dirigente del settore Servizi Sociali. "Riproporremo le stesse tesi di difesa presentate al Gip – spiega l’avvocato Agnello – sperando che il Tribunale del Riesame interpreti, come siamo convinti noi, nella maniera contemplata negli articoli 36 e 37 del contratto d’appalto stipulato tra il Comune di Modica e l’Ati Busso, quando si formalizzò l’affidamento del servizio di igiene ambientale". Per il Gip modicano, in sostanza, c’è una questione probatoria che si riconduce nell’esigenza di acquisire nuove prove. Nell’ordinanza, in pochi termini, si sosterrebbe che nonostante i due soggetti destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare abbiano prodotto documentazione a discolpa, non significa che non ci sono più gravi indizi di colpevolezza per cui si renderebbero necessari ulteriori approfondimenti. Il processo di revisione dovrebbe essere fissato tra giovedì della prossima settimana o martedì 22 luglio. Busso e Portelli furono raggiunti dal provvedimento restrittivo lo scorso 2 luglio a seguito dell’operazione "Trash" eseguita dalla Guardia di Finanza di Ragusa. Contemporaneamente furono notificati quattro avvisi di garanzia a tre dipendenti comunali e ad una socia dell’Ati Busso.

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