Legambiente Ragusa chiede al Dipartimento della Protezione Civile iblea di dare corso al progetto di messa in sicurezza del porticciolo di Donnalucata

La richiesta così come definito nella conferenza di servizi del 25 ottobre scorso, al fine di evitare inutili sprechi di risorse pubbliche e di risolvere una volta per tutte i problemi di sicurezza dei pescatori di della frazione rivierasca di Scicli. “Da circa un anno e mezzo infatti non si ha alcuna notizia del progetto relativo al porto di Donnalucata così come definito a seguito della conferenza di servizi del 25 ottobre tenutasi a Palermo presso la Direzione Ragionale della Protezione Civile –scrive Claudio Conti-. L’accordo, approvato da tutti i soggetti partecipanti, prevedeva un’area per il porto ridotta rispetto al primo progetto, un antemurale a scirocco e l’eliminazione della “trappola per la sabbia” come proposto dalla Capitaneria di Porto di Pozzallo e un’area di pertinenza libera da ostacoli per il torrente Currumeli per evitare rischi di alluvioni a monte della spiaggia di ponente. A tutto ciò andrebbe aggiunta l’eliminazione della rete di contenimento del posidonieto, che non solo non risolverebbe il problema delle alghe, ma porterebbe a danneggiare lo stesso posidonieto. Con tale accordo si è fatto un importante passo in avanti riguardo ai problemi di sicurezza e di agibilità dei pescatori, ai problemi ambientali e a quelli paesaggistici ed infine a quelli di natura economica, in quanto un bene fondamentale per l’attività turistico-balneare come la spiaggia veniva salvaguardato. In attesa dell’applicazione di quell’accordo, assistiamo oggi a lunghissimi fermi dell’attività di pesca dovuti all’insabbiamento del porticciolo con gravi danni economici ai pescatori, e allo spreco di decine di migliaia di euro spesi dalla Provincia di Ragusa e da parte di altri soggetti per garantire un’agibilità che viene però puntualmente compromessa dalle successive mareggiate; e così il circolo vizioso riprende all’infinito divorando preziose risorse”. In ottobre, fu sostanzialmente sancito un ridimensionamento del progetto iniziale, e l’eliminazione di quel bacino sottomarino artificiale che avrebbe dovuto favorire la sedimentazione della sabbia prima dell’imboccatura della diga foranea, al fine di evitare l’insabbiamento della stessa. Ma a essersi insabbiato pare sia il progetto di messa in sicurezza del porto.

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