“Le recenti aggregazioni nel settore bancario, in questa fase di rallentamento dell’economia, ci danno lo spunto per apprezzare l’importanza di avere nel territorio siciliano dei centri decisionali autorevoli e apprezzati nel settore del credito alle imprese. E’ indubbio, infatti, che le strategie dei grandi gruppi bancari, protagonisti delle maggiori incorporazioni di banche siciliane, sono stabilite fuori dall’Isola e quindi sempre più lontane dalle imprese del nostro territorio. Le fusioni e acquisizioni bancarie da Nord a Sud hanno infatti aumentato le “distanze funzionali” tra centri gestionali, collocati al Nord, e le imprese del Mezzogiorno. Tale evoluzione ha determinato la debancarizza-zione del Sud e della Sicilia in particolare, visibile nel calo consistente del numero di banche con sede locale al Meridione verificatosi a partire dagli anni ’90. Particolarmente indicativo dello spostamento progressivo del baricentro proprietario delle banche all’esterno dell’area meridionale è il dato sulla percentuale di sportelli gestiti da banche con sede locale al Sud: solo il 17,6% del totale. Il processo di concentrazione, pur mantenendo o addirittura aumentando una capillare rete di sportelli, ha accentrato il potere decisionale collocandolo definitivamente al Nord, facendo ridurre quel grado di autonomia e di conoscenza del territorio e della clientela fondamentali per offrire un servizio in linea con le specificità siciliane. E sicuramente una delle criticità innescate dalle fusioni riguarda l’accresciuto potere oligopolistico dei grandi gruppi bancari, che può pregiudicare la già debole struttura finanziaria delle imprese siciliane e che riflettono le carenze strutturali tipiche di un sistema industriale in ritardo, nel quale prevalgono aziende più piccole, meno innovative, meno trasparenti, che incontrano maggiori difficoltà di integrazione nei mercati organizzati e legalizzati: tutto ciò genera senz’altro la mancata o ridotta concessione di credito alle piccole-medie imprese dell’Isola le quali piuttosto sono costrette a sostenere un maggior costo in termini di tasso di interesse e a fornire garanzie collaterali, soprattutto personali. A causa della scarsa conoscenza del territorio da parte dei grandi gruppi bancari, quindi, le imprese siciliane sono costrette a misurarsi con gli esiti del recente processo di consolidamento del sistema bancario italiano, che però non ha saputo mantenere, fino ad ora, le promesse di concedere alle aziende più credito e a tassi di interesse più bassi. Coscienti del problema, i gruppi bancari hanno puntato sui Confidi presenti nell’Isola, strutture mutualistiche costituite dalle stesse imprese e fortemente radicate nel territorio, in grado di offrire elevate garanzie (collettive) al sistema creditizio al fine di agevolare l’incontro tra domanda e offerta di credito; essi rappresentano, in primo luogo, la soluzione più idonea per attenuare gli effetti dei maggiori rischi di credito sul patrimonio delle banche operanti nell’area meridionale ed in secondo luogo, un ruolo strumentale di raccordo tra le politiche territoriali di iniziativa regionale e le esigenze specifiche dei territori nei quali operano. Ed infatti, con consistenti dotazioni di risorse, i Confidi sono fortemente sostenuti dalla Regione Siciliana, alla quale non è sfuggito il problema della perdita dei “centri decisionali” nel settore del credito di cui prima accennato, ora che anche il Banco di Sicilia è stato assorbito dal Gruppo Unicredit. L’Assessorato regionale al Bilancio, addirittura, va oltre, ed assegna un contributo alle imprese associate ai Confidi siciliani, finalizzato all’abbattimento del 60% degli interessi che hanno pagato alle banche. In questo ruolo di sostegno delle imprese del loro territorio, che conoscono perfettamente, i Confidi gestiscono un fondo regionale di garanzia pubblica, forniscono servizi di istruttoria e di gestione dei contributi a sostegno dello sviluppo locale, promuovono e valorizzano il patrimonio informativo che gestiscono assumendo un compito di Credit Bureau, in grado di rendere disponibili non solo alle banche, ma anche alle istituzioni e al mercato informazioni sulle imprese più ampie e più facilmente accessibili rispetto a quelle fornite dalla attuale Centrale dei rischi. Grazie ai Confidi siciliani, le imprese dell’Isola hanno beneficiato, nel solo 2007, di ben 500 milioni di euro di finanziamenti a tasso agevolato del 2% erogati dalle banche alle quali è stata offerta una garanzia minima del 50%. Il maggiore confidi siciliano è Confeserfidi, che nell’anno 2007 ha garantito finanziamenti per oltre 100 milioni di euro, con 3,5 milioni di euro di capitale sociale ed utili per un milione di euro. ConfeserFidi è convenzionato con 18 banche (nazionali, locali, cooperative) ed è riuscito ad ottenere a favore dei propri soci (oltre 6.500) tassi e condizioni molto competitive a fronte della concessione di garanzie che raggiungono nella maggior parte dei casi, addirittura l’80% dell’importo effettivamente erogato all’impresa. Confeserfidi ha registrato un tasso di sofferenza bassissimo, inferiore allo 0,50%; ciò significa minori insolvenze per le banche convenzionate, che hanno profonda fiducia nelle istruttorie degli affidamenti da parte del Confidi e nella sua profonda conoscenza delle proprie imprese associate. Un Confidi nazionale, come da pochissimi auspicato, disperderebbe la propria connotazione di presidio e conoscenza del territorio e allontanerebbe, ancora una volta, i centri decisionali dalle imprese locali. Le maggiori Federazioni e Associazioni di categoria portano avanti progetti “regionali”, dimensione ritenuta in linea con il giusto presidio del territorio e capace di condividere le scelte della Regione di competenza al fine di massimizzare l’effetto moltiplicatore delle risorse pubbliche investite. Il ruolo di ConfeserFidi assume quindi un particolare rilievo in Sicilia, dove, come si è appena rilevato, la domanda di credito è di qualità peggiore, anche perché i rischi di impresa sono gravati da esternalità negative derivanti dalla fragilità ambientale e dalle discontinuità strutturali che penalizzano maggior-mente le aree meno sviluppate. Grazie al fondo nazionale di garanzia, di cui ConfeserFidi è confidi certificatore del merito creditizio delle aziende, diverse migliaia di imprese isolane hanno potuto accedere a finanziamenti bancari, a tasso agevolato del 2%, e offrendo alle banche le minori garanzie personali o reali possibili. Da Confidi intermediario vigilato dalla Banca d’Italia, ConfeserFidi rappresenterà sempre più un “centro decisionale” autorevole ed apprezzato dalle Banche e dal sistema creditizio siciliano in genere e consentirà alle imprese dell’Isola di non subire scelte assunte in altri territori”.
CONFESERFIDI, UN CENTRO DECISIONALE DEL CREDITO, IN SICILIA Un intervento del presidente del maggiore Consorzio fidi siciliano, Bartolo Mililli
- Luglio 31, 2008
- 7:54 am
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