SCICLI. L’OMICIDIO DI ELISA RICCIO. UNA STORIA TRISTE E AMARA

Omicidio. Un uomo uccide la moglie 85 enne Quarant’anni insieme. Gli ultimi fatti di stenti, povertà, disperazione. Ilario non ce l’ha fatta e ha ucciso sua moglie, Elisa Riccio, 85 anni, ventuno in più di lui, forse soffocandola con un cuscino. Racconta di essere stato d’accordo con lei: un omicidio-suicidio premeditato. Dice che ci sono delle lettere, degli scritti, in cui i due insieme avevano deciso di morire insieme, uno dopo l’altro. Ha ucciso la moglie, e reo confesso, stamattina, chiama i carabinieri: “Non sono riuscito a suicidarmi”. Sui polsi le ferite da taglio di chi ha tentato di tagliarsi le vene, e altre lesioni sull’addome. L’uomo è in tranche, non riesce a raccontare quando ha ucciso la sua amatissima Elisa. Forse uno, due giorni prima. Poi la veglia funebre, e l’incapacità di suicidarsi. Lei soffriva di depressione, lui lavorava nei bar di Scicli e della riviera sciclitana in maniera saltuaria. Un passato da bevitore, il volto scavato dalla sofferenza. Lui, Hilaire Adrien Ballestra, a Scicli conosciuto come Ilario, nato a Mentone, in Francia, 64 anni fa, lei, Elisa Riccio, nata a Villa Bartolomeo, Verona, da famiglia benestante veneta, 85 anni fa. Lei aveva lasciato tutto per lui, e insieme avevano peregrinato in Italia e all’estero, sino all’approdo, oltre dieci anni fa, in provincia di Ragusa. Lavoravano nei bar, nei mercati floricoli. Poi lei fu colta da una forma acuta di depressione, non usciva più di casa da molti anni. Prima la casa di via Mentana, in centro storico; da un anno a questa parte in un villino di contrada Scalamarina, tra Scicli e Donnalucata, il cui affitto veniva pagato dal barista di donnalucatese dove Ilario lavorava. Sabato l’assistente igienico personale che il Comune mandava a casa Ballestra riceve un sms da Elisa: “Non venire, lunedì partiamo per Palermo”. Poi il silenzio. Lo stesso che ha accompagnato gli ultimi due giorni di Ilario, la sua veglia funebre accanto al cadavere della donna, steso in camera da letto. Sul posto i carabinieri, la dottoressa Mocciaro, della Procura di Modica, l’avvocato dell’uomo, Bartolo Iacono. Oggi l’esame cadaverico, poi l’autopsia, e l’interrogatorio del barista. Aveva smesso di bere da un anno a questa parte, lavorava in maniera saltuaria, sempre preoccupato di non poter lasciare la moglie sola a casa. Una pena che in due avrebbero deciso di far cessare. Gli occhi smarriti nel vuoto, il cadavere accanto, la telefonata al 112. “Venite, ho ucciso mia moglie. Non sono riuscito a suicidarmi”. La scientifica ha compiuto l’ispezione e sequestrato i materiali per verificare l’attendibilità del racconto di Ilario.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa