Condannati i due tunisini scoperti dalla Guardia Di Finanza ad Ispica mentre spacciavano sostanze stupefacenti.

Non hanno potuto negare l.evidenza dei fatti per cui hanno deciso di chiedere il patteggiamento della pena. Ieri mattina è stato celebrato il processo per direttissima nei confronti dei tunisini Brahim Kachour e Jael Rafik Ben Hamada, i due extracomunitari arrestati nei giorni scorso dalla Guardia di Finanza che aveva, oltremodo, smantellato, in pieno centro ad Ispica, in Via XX Settembre, un vero e proprio supermarket della droga. In primo luogo il giudice monocratico del Tribunale di Modica, Maurizio Rubino, ha convalidato l.arresto confermando la misura restrittiva in carcere, quindi il difensore, l. avvocato Giuseppe Biscari, ha chiesto ed ottenuto, col consenso del pubblico ministero, Veronica Di Grandi, l.ammissione al rito del patteggiamento. Kachour è stato condannato a due anni e dieci mesi di reclusione e 14 mila euro di multa, mentre Jael Rafik Ben Hamada, con numerosi precedenti ha avuto inflitta una pena pari a tre anni di reclusione e 14 mila euro di multa. Restano, dunque, rinchiusi nel carcere di Modica Alta. Prima del loro arresto le fiamme gialle avevano fermato un ragazzo ispicese che aveva appena acquistato alcuni grammi di stupefacente; poi i militari erano intervenuti all.interno del .minimarket. dove aveva rinvenuto e sequestrato altri 30 grammi di hashish, nascosti in una busta di cellophane, posta all.interno di una macchina tritacarne, parzialmente smontata. Il tunisino all.interno del negozio era stato subito bloccato, mentre l.altro extracomunitario, che si era nascosto in un locale attiguo al minimarket, dopo essere stato sorpreso da un militare, aveva spinto quest.ultimo violentemente per terra ed era riuscito così a dileguarsi rapidamente per le vie del centro, facendo perdere momentaneamente le proprie tracce. La fuga del secondo tunisino era durata però solo pochi minuti, perché i militari lo avevano scovato mentre cercava di nascondersi all.interno della Chiesa di Santa Maria Maggiore.

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