Racconta Omero che Ulisse avesse ricevuto da Eolo un otre contenente tutti i venti ridotti all’obbedienza: i suoi compagni di viaggio tuttavia, squarciando l’otre che pensavano contenesse preziosi tesori ne avevano liberato la furia e la tremenda energia. Sembrava quasi di trovarsi al cospetto dell’otre squarciato ieri sera, presso l’Eremo di Croce Santa a Rosolini, e di essere investiti da un’energia travolgente e primitiva. Direttamente dal cuore del Sud più sanguigno e vero, senza mediazioni culturali di maniera. Enzo Avitabile e i Bottari di Portico in grande spolvero hanno chiuso infatti la settima edizione del festival itinerante "Note di Notte" con un concerto trascinante che ha attraversato il cuore e lo stomaco dei presenti, accomunando ciascuno sotto il segno di un ritmo antico e dell’impegno sociale.
Festa farina e forcail titolo dello spettacolo che Avitabile ha spiegato dicendo: "Originariamente festa, farina e forca era un dispositivo di potere di borbonica memoria: il potere si esprime attraverso la festa, la farina ed infine la forca che è la repressione. Noi, attraverso un gioco di recupero trasformiamo il negativo in un messaggio di positività. La festa è la musica, è il ritmo che porta il messaggio attraverso un dinamismo costante che trasforma la musica in pensiero. La farina è la cultura, il riscatto ma anche la ricerca, il non fermarsi, il mettersi in discussione e il cercare di risolvere la propria realtà. La forca è un atteggiamento culturale dove ti prendi le responsabilità di muoverti in maniera diversa… Facciamo una promozione invisibile: avete mai visto Padre Pio fare un miracolo? Però lo sanno tutti e tutti ci credono. Noi non vogliamo avere dei modelli di altri artisti, io non voglio avere come modello Michael Jackson, io voglio avere come modello Padre Pio, che non c’azzecca niente con la musica. Noi vogliamo guarire attraverso la musica ma nessuno lo deve sapere ufficialmente".
Guarire dalla malattia della massificazione insomma, per ricercare il sé e le proprie radici al di là del facile folclore e dalla macchietta del napoletano "pizza mandolino". Ecco allora il dialetto napoletano acquistare una rinnovata dignità culturale con la quale si possono trattare temi impegnati quali i bambini soldato e la pedofilia, ecco spiegata la collaborazione dei Bottari di Portico: un rituale antico che risale al XIII secolo, la "pattuglia a pastellessa" originariamente legata alla raccolta della canapa che si mescola a ritmi soul e funky, alla riscoperta di un suono puro e personale che raccolga il dolore ma anche la gioia e le speranze di tutte le periferie del mondo.
Chiude in bellezza "Note di Notte", nello scenario magico dell’Eremo di Croce Santa a Rosolini, circondati dai carrubi e da antiche pietre che grondano storia. Partner del concerto ieri sera il ristorante "L’eremo" che ha curato il drink di benvenuto con il supporto delle aziende Piombo, Kabrera, Oro del Castello, Giunta, IbleaLatte, Casalindolci e dei vini dell’azienda Arfò. Un concerto che è stato ancora una volta evento culturale in cui musica d’autore, luoghi suggestivi e tradizioni enogastronomiche si sono intrecciati indissolubilmente fino a creare quello che ormai si può definire come il "marchio di fabbrica" della manifestazione e la sua formula vincente.
Un bilancio decisamente positivo dunque per "Note di Notte", come afferma anche il suo direttore artistico Mariolina Marino: "Abbiamo visto tanto pubblico quest’anno, che credo sia il termometro principale per stabilire il successo o meno della manifestazione. Evidentemente "Note di Notte" riempie uno spazio nell’offerta culturale iblea altrimenti vuoto: abbiamo spostato per le campagne tantissima gente, l’abbiamo accolta al meglio in luoghi suggestivi con ottimi drink di benvenuto, la musica è stata eccellente e di grande qualità. Finita questa edizione pensiamo già all’ottava con concerti fra l’etnico e il jazz che potrebbero richiedere l’utilizzo di grandi spazi: cresce "Note di Notte" e crescono inevitabilmente anche i suoi numeri".
Attendiamo dunque l’ottava edizione e le sue sorprese ma siamo certi che, viste le premesse, non rimarremo certamente delusi.