I familiari del modicano Giovanni Turlà, deceduto a seguito di incidente, continuano a chiedere chiarezza

Tornano a farsi sentire i familiari di Giovanni Turlà, il modicano deceduto il 13 ottobre del 2007 in un incidente della strada avvenuto sulla Ispica-Santa Maria del Focallo. E’ il fratello della vittima, Marcello Turlà, che riprende la sua battaglia per avere chiarezza e perché si faccia luce sulla vicenda. Per questa tragedia, la Procura della Repubblica ha nominato un consulente tecnico d’ ufficio, il geometra Pietro Munzone di Catania, per stabilire il decorso dal momento della telefonata dopo il grave sinistro, l’arrivo delle due ambulanze ed il trasferimento all’Ospedale Maggiore di Modica dove, però, il Turlà non riuscì a farcela. L’inchiesta è scaturita a seguito dell’esposto presentato proprio dai familiari della vittima, attraverso l’avvocato Salvatore Poidomani. “Noi – spiega Marcello Turlà – sin dal primo momento chiediamo certezze sulla vicenda. Ci sono cose che non quadrano in tutto il contesto, alimentate anche dalla perizia del nostro consulente, il geometra Vincenzo Scapellato, secondo il quale l’auto che investì mio fratello andava ad una velocità superiore ai 120 kmh in un’arteria dove il limite previsto dalla segnaletica era di 70 kmh ma considerate le condizioni, la presenza di abitazioni sarebbe dovuta essere inferiore. Ci sono altri aspetti non chiari come il fatto che l’auto sia andata ad impattare contro un grosso masso provocando un arretramento di una parte dell’asse dell’auto”. Marcello Turlà, in nome della cognata e dei nipoti, attende ancora notizie, poi, sul comportamento del 118. Secondo l’interessato, i soccorritori avrebbero segnalato la gravità dei fatti, ma sul luogo dell’incidente era giunta, nell’immediatezza, da Ispica solo un’ambulanza nonostante “i componenti il primo equipaggio avessero compreso che si trattava di un codice rosso per entrambi i feriti. "Lo ribadiamo – dice Marcello Turlà – abbiamo necessità di comprendere se dal centro di smistamento del 118 di Catania la segnalata di codice rosso fosse partita. La prima persona che è stata soccorsa ha riportato una prognosi di 30 giorni, mentre mio fratello che era più grave fu caricato dopo tant’è morì dopo circa mezz’ora dall’arrivo all’Ospedale Maggiore di Modica. L’ambulanza di Ispica dopo avere caricato il primo ferito, attese sul luogo l’arrivo del secondo mezzo di soccorso preveniente da Pozzallo e poi, dopo avere caricato mio fratello, entrambi i mezzi sono partiti contemporaneamente alla volta di Modica". Una vicenda sulla quale, insomma, c’è molta attenzione e che attende le conclusioni. “Vogliamo che si sappia – conclude Turlà – che i familiari siamo vigili sulla questione e che non molleremo l’attenzione fino a quando non si avrà chiarezza”.
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