L’onorevole Ammatuna chiede correzioni nella distribuzione diretta, da parte dei servizi farmaceutici della Ausl, dei medicinali per patologie ad alto rischio di vita.

Con una nota inviata al Direttore Generale dell’Ausl n. 7 di Ragusa, al Responsabile del Dipartimento del Farmaco ed al Direttore del Dipartimento di Salute Mentale, l’on. Roberto Ammatuna evidenzia le difficoltà che vivono alcuni pazienti e le loro famiglie in seguito alla decisione di avviare la distribuzione diretta, da parte dei servizi farmaceutici delle Ausl, di tutti i medicinali a base dei principi attivi funzionali alla cura di specifiche patologie ad alto rischio di vita. Di seguito il testo integrale della nota: “E’ certamente condivisibile ed in linea con gli obiettivi prefissati nel Piano di contenimento e riqualificazione del Sistema Sanitario Regionale quanto contenuto nell’art. 3 del Decreto 17 ottobre 2007 dell’Assessorato alla Sanità che prevede la distribuzione diretta, da parte dei servizi farmaceutici delle Ausl, di tutti i medicinali a base dei principi attivi funzionali alla cura di specifiche patologie ad alto rischio di vita. La Circolare n. 1241 del 27 giugno 2008, del Dipartimento Ispettorato Regionale Sanitario dell’Assessorato Regionale per la Sanità, ha stabilito per il 1 luglio 2008 la data di inizio per la distribuzione diretta, presso i servizi farmaceutici delle Aziende USL, dei farmaci compresi nel Prontuario della presa in carico e della continuità assistenziale ospedale –territorio. Nel ribadire la mia condivisione all’iniziativa, intendo tuttavia sottoporre alla loro attenzione le difficoltà, che ritengo superabili in maniera celere, che subiscono alcune tipologie di pazienti e le loro famiglie in seguito alle nuove modalità di distribuzione dei farmaci suddetti. Mi riferisco in modo particolare ai pazienti affetti da patologie psichiche, ma non solo, che per le difficoltà di recarsi nel più vicino servizio farmaceutico della Ausl hanno interrotto la terapia prescritta, con loro grave nocumento e con l’accrescersi delle problematiche conseguenti per le loro famiglie. Si tratta di numerosi casi che coinvolgono le città di Pozzallo ed Ispica, ma anche altre realtà della provincia, la cui risoluzione potrebbe trovarsi magari mutuando il sistema già esistente per i prelievi ematici o anche attraverso altre modalità predisposte dai dipartimenti competenti”.
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