MODICA, SOSPESA ASSISTENZA A RAGAZZA DISABILE PERCHE’ NON MIGLIORA. PROTESTA DEL PADRE

“La tutela dei più deboli è un argomento portante di tutti i discorsi politici, buono ad accaparrarsi preferenze durante i periodi elettorali, ma in realtà proprio le categorie più deboli sono costrette a subire i casi più eclatanti di malasanità”: sono queste le parole con le quali si chiude una lettera di denuncia, di protesta, di ribellione, indirizzata al Presidente della Repubblica, al Ministro della Salute, al Presidente della Regione e all’assessore Regionale alla Sanità, oltre che alla dirigenza dell’Ausl 7 di Ragusa, da parte di Giorgio Modica Bittoldo, un padre modicano che dopo 18 anni ha visto la propria figlia, disabile, dimessa dal trattamento riabilitativo erogato dal C.S.R. di Modica. La giovane modicana è affetta sin dalla nascita di paraparesi spastica, ritardo mentale grave e neuropatia motoria. E sin dalla nascita, è stata sottoposta ai trattamenti riabilitativi prescritti, ovvero chinesiterapia, psicomotricità e logopedia, erogati appunto dal C.S.R. Lo scorso dicembre l’Unità Operativa Multidisciplinare di Modica ha però ritenuto di dimettere la paziente dal trattamento con la motivazione che “il quadro clinico attuale non è suscettibile di significative modificazioni”. Peccato che gli esperti dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per lo Studio del Ritardo Mentale di Troina, visitando come di routine la ragazza, abbiano invece evidenziato la necessità che i trattamenti riabilitativi non fossero interrotti. Ma nonostante l’ennesima richiesta da parte del padre, il Dipartimento Riabilitativo dell’Ausl 7 ha continuato a negare la terapia sulla base di presunte “linee guida” a cui l’Unità Operativa deve attenersi. “Sono un padre deluso dalle Istituzioni e amareggiato per la superficialità con cui è stato liquidato il caso –ha scritto Modica Bittoldo nella sua lettera- anche perché è del tutto evidente che le valutazioni fatte non sono state dettate dai quadri clinici ma da esigenze di natura prettamente finanziaria e di contenimento della spesa pubblica. So che per nostra figlia non è programmabile un obiettivo da raggiungere, ma le capacità acquisite con grandi sacrifici e con tanta costanza , di enorme utilità per lei, non possono essere sperperate in nome di non ben note linee guida e del potere discrezionale attribuito ai vari dipartimenti di riabilitazione”.

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