E QUALCUNO L’HA CHIAMATA LA GUERRA DI PIERO. PUBBLICHIAMO UN ARTICOLO DELLA COLLEGA FRANCA ANTOCI DE LA SICILIA E LA REPLICA DI PIERO TORCHI

«La politica non si fa screditando l’impegno e il lavoro proficuo altrui, ma piuttosto bisogna rispettare gli avversari politici quando questi operano per il bene della collettività. In questa prospettiva si possono anche avanzare critiche, purchè siano costruttive e finalizzate al superiore interesse della gente». Parole che il forzista Salvatore Moltisanti utilizza per replicare al Pd di Ispica fornendo una chiara definizione del rapporto tra politici e con la gente. Potrebbero quindi tornare utili anche ai modicani? Sembra di sì. Almeno a leggere le dichiarazioni di chi al governo della città non si è reso conto del baratro in cui quotidianamente piombava l’Amministrazione. Come l’Mpa (o perlomeno Diego Mandolfo) che soltanto al comizio del sindaco del Pd (prima opposizione, oggi loro alleato) ha scoperto la verità. Una verità che tradotta in euro ammonta a circa 52 milioni, in lire circa 100 miliardi. E tanto per completare il gioco delle parti, ecco che Meno Rosa (Idea di centro, ieri maggioranza e oggi minoranza) bacchetta gli ex alleati dell’Mpa accusandoli di «trasformismo» per poi snocciolare una serie di soluzioni utili a sanare le casse di Palazzo San Domenico che gli saranno venute in mente proprio ieri, dopo il comizio di Buscema. Perché in caso contrario, più utile sarebbe stato suggerirle alla Giunta Torchi. Senza volere però screditare l’impegno di amministratori che rimbalzano dalla maggioranza all’opposizione mescolando carte e responsabilità con la velocità di consumati giocatori di poker, è chiaro che qualcuno bara. E tra i giocatori di un piatto che piangerà per almeno altri vent’anni, non figurano quelli che operano per il bene della collettività né per l’interesse superiore della gente che, invece, dovrà lavorare sodo e a lungo per pagare un debito che nessuno ha visto e tutti hanno rilanciato.

Franca Antoci La Sicilia

La replica di Torchi su La Sicilia. «Ho letto con grande attenzione il commento a firma di Franca Antoci, pubblicato ieri su "La Sicilia", in ordine al dibattito politico sviluppatosi da qualche mese a Modica e dal quale, per vari motivi sono stato volutamente assente. Condivido gran parte del contenuto dell’articolo, ma soprattutto a spingermi a violare il silenzio che mi sono autoimposto, e’ la filosofia che sta alla base della riflessione della collega. Ovvero, esiste ancora un’etica della politica, esiste ancora il valore della coerenza o l’opportunismo del momento puo’ giustificare qualsiasi posizione fino a negare l’evidenza?» Comincia così la lettera, che di seguito pubblichiamo integralmente, dell’ex sindaco di Modica, Piero Torchi che segna la rottura del lungo silenzio che ha accompagnato la fine della sua Amministrazione di Palazzo San Domenico. «Ho amministrato per sei anni Modica con il pieno consenso e il concorso non solo del mio partito ma anche degli alleati, potendo vantare il raggiungimento dell’unanimita’ dei consensi su tutti gli atti sottoposti alla Giunta e al Consiglio in rapporto all’allora maggioranza. Sono stati votati all’unanimita’ i bilanci, i conti consuntivi, gli equilibri di bilancio, persino il piano di rientro del debito messo a punto nell’ultimo anno. Sono stati condivisi scelte politiche, impostazioni amministrative, brillanti intuizioni e anche inevitabili errori. Tutto cio’ confortato da un consenso popolare crescente, confermato ad ogni appuntamento elettorale e culminato nel 63% con cui al primo turno si e’ superata la valutazione popolare su quanto realizzato nei primi 5 anni. Anche le ultime elezioni, che pure hanno eletto un sindaco di sinistra, al netto della spaccatura nel centrodestra per la scelta dell’Mpa, hanno dimostrato come l’antica alleanza, se unita, avrebbe, ancora una volta, abbondantemente superato il 60%». «A fronte di tutto cio’, continuo ad essere bersaglio di una campagna di diffamazione e disinformazione da parte dell’Mpa, e con l’adesione di alcuni settori dell’ambigua sinistra di governo, tesa a dimostrare come tutto il male della citta’ sia da attribuire a me, con il concorso di pochi altri e piu’ in generale all’Udc. Voglio ricordare a me stesso, e mi fermo solo alle questioni politiche, come i protagonisti di queste polemiche di oggi siano stati prima in conto a Forza Italia e poi all’Mpa, i piu’ stretti collaboratori e protagonisti di quella esperienza: chi vicesindaco, invadente e presente, chi assessore, chi presidente del Consiglio, chi soggetto politico di riferimento. In questo ruolo non solo hanno condiviso la totalita’ dell’esperienza ma hanno anche pressato affinche’ l’Mpa, nella sua attuale configurazione, entrasse a pieno titolo in Giunta. Qui, prima in conto alla corrente "riccardiana" di Fi e poi in nome e per conto dell’Mpa, hanno detenuto senza alcuna soluzione di discontinuità tutte le deleghe di spesa: servizi sociali, ecologia, sport turismo e spettacolo, la guida del Consiglio, e per larghissimi tratti anche la delega alle infrastrutture. Mi chiedo: e’ eticamente corretto e politicamente accettabile proporsi oggi come il nuovo rinnegando 6 anni di esperienza politica ed esaltando invece un’esperienza di governo che, al di la’ dei giudizi personali, e’ politicamente in assoluta controtendenza con le posizioni nazionali e regionali del movimento? E ancora, cosa accadrebbe se a venire in citta’ fosse il presidente della Regione che l’attuale sindaco e il Pd tutto ebbero a definire la sintesi dei mali della Sicilia, sostenendo la Borsellino e addirittura scegliendo Modica per la manifestazione di chiusura antilombardo delle ultime regionali? L’articolo si chiede dov’era l’Mpa e perche’ si sia accorto solo ora di cio’ che accadeva. Mi si consenta di abbozzare una risposta: l’Mpa era presente e attivo nel gestire sia le scelte che la clientela al punto da scatenare nell’allora consigliere Buscema e in tutti i gruppi del centrosinistra un costante e durissimo attacco nei confronti del suo leader. E alcuni episodi sono rimasti scolpiti nella memoria dei modicani per virulenza e ironia. Mi si consenta ancora un’ultima riflessione sulla questione finanziaria. Abbiamo finora assistito a un interminabile elenco di responsabilita’, colpe presunte e danni vari cui pero’ non sono mai seguite soluzioni credibili e praticabili. Purtroppo con le accuse non si pagano gli stipendi né ai dipendenti, né ai netturbini, né agli operatori della Multiservizi, né alle cooperative. Oggi vedo le difficoltà in cui tutti si dibattono, una citta’ sporca che fa fuggire i pochi turisti, e un clima che scoraggia gli investimenti produttivi sul territorio. Se qualcuno pensa che cio’ mi gratifichi, o gratifichi il mio partito si sbaglia di grosso. Una citta’ la si ama e la si serve sempre, sia quando le fortune della vita ti consentono di esercitare il potere sia quando gli errori e le vicende ti spingono all’opposizione. Per questo penso sia tempo, da parte di tutti gli uomini di buona volonta’ di questa citta’ di finirla con accuse e improperi, e invece sedersi attorno ad un tavolo, tutti, senza distinzione alcuna, per trovare le soluzioni, che pure ci sono in una situazione difficile sì, ma non disperata come la si vuol far credere per mascherare la mancanza di idee e progettualita’. Per quanto riguarda l’atteggiamento stigmatizzato di qualche giovane e inesperto consigliere che pensa di mettersi in evidenza rinnegando amicizie e dimenticando la recente storia, mi si consenta di essere indulgente. Ricordo da giovane giornalista il "pazienza, crescerete", con cui i maestri giustificavano le sviste. Anche per loro vale lo stesso principio: pazienza, cresceranno e soprattutto impareranno che solo chi ha rispetto del passato puo’ costruire il futuro».
Piero Torchi La Sicilia

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