Una partita di calcio non può trasformarsi in violenza, non può andarci di mezzo un ragazzo che non stava facendo del male a nessuno e che si trovava nel luogo sbagliato al momento sbagliato”. Sono le parole di un amareggiato e preoccupato genitore, Nino Belluardo, panificatore, padre di Ivan il diciottenne vittima dell’aggressione da parte dei 3 tifosi siracusani arrestati. “Mio figlio – spiega era a bordo del proprio scooter – non aveva fatto nulla. Il calcio continua a generare queste violenze. Mi fa ancora più rabbia perché queste cose accadono in questi “campionatucci”. Ha rancore nei confronti dei tre? “Prima si, adesso – replica – non tanto perché con lucidità comprendo che queste persone non sono veri tifosi. I tifosi sono quelli che tifano, incitano, sostengono la squadra senza violenza”. Ironia della sorte, Ivan ha giocato a pallone ed è anche un bravo ballerino di “sudamericani”. Pare stesse recandosi dalla sua ragazza, quando i tre sono scesi dalla loro vettura e lo hanno aggredito. Ma c’è un episodio che poteva avere i sintomi di quanto si sarebbe verificato. Nella fase di trasferimento allo stadio, un altro tifoso del Modica, a bordo sempre di un ciclomotore, era stato bloccato da un folto gruppo di tifosi siracusani e colpito per ben due volte con l’asta di una bandiera. “Per quello che è accaduto – dice F.R. – penso di avere fatto bene a lasciare stare e a non reagire”. E’ ovvio che non si può fare di “tutta l’erba un fascio”. La gran parte dei tifosi aretusei è stata composta, educata, ha potuto lasciare tranquillamente lo stadio e la città. Qualcuno, addirittura, è stato seduto nella tribuna dei sostenitori rossoblu e non ha nascosto di essere un ospite”. Importante la collaborazione prestata alla polizia dalla gente che ha fornito il numero di targa ed il tipo del veicolo. “Ho saputo solo in serata dal Sito Rossoblu di Rtm – dice Peppe Assenza – ciò che era accaduto perché all’uscita dello stadio tutto mi era sembrato nella norma, anzi ero anche felice che le cose fossero andate bene. Non conosco i termini dell’aggressione perché non ho assistito, ma condanno fermamente l’atto di violenza. E’ vero che i precedenti non sono serviti da monito”. (nella foto i tre arrestati, Angelo Alota, 40 anni, Francesco Di Paola, 30 anni, e Giuseppe Blundo, 24 anni).
Modica – Siracusa il giorno dopo: parla il padre del ragazzo aggredito ieri
- Settembre 18, 2008
- 5:07 pm
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