Operazione Impero di Modica: Inutilizzabili le intercettazioni telefoniche. Colpo di scena al processo che si celebra a Napoli

Ennesimo colpo di scena nel processo all’operazione “Impero”, eseguita dalla polizia nel 2003 e che da qualche mese è passata da Modica alle competenze del Tribunale di Napoli così come deciso dalla Corte di Cassazione in accoglimento della richiesta del Gup di Modica, Michele Palazzolo. Stavolta è sicuramente sostanziale. Il Tribunale di Napoli ha accolto l’eccezione di inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche presentata dall’avvocato Emanuele Guerrieri, del Foro di Modica, sul presupposto della mancanza di motivazione all’utilizzazione di impianti esterni alla Procura della Repubblica di Modica, che allora stava procedendo(furono impiegati quelli esistenti presso la Questura di Ragusa). Il 17 aprile 2002, il decreto autorizzativo della magistratura modicana del 14 marzo 2001 fu integrato dalla Procura della Repubblica di Napoli. “La mia eccezione – spiega l’avvocato Guerrieri – si pone in conformità con quanto dettato dalla Suprema Corte secondo la quale il decreto motivato con cui il pubblico ministero dispone l’utilizzo di impianti diversi da quelli installati in Procura, sul presupposto dell’inidoneità o insufficienza degli strumenti della Procura stessa e della sussistenza di eccezionali ragioni di urgenza, può essere emesso o integrato dal piemme soltanto prima dell’esecuzione delle operazioni intercettative mentre il giudice neanche in sede di impugnazione “de libertate” può emendare o integrare la motivazione del provvedimento”. Una deliberazione che, ovviamente, riapre tutta la vicenda nella quale sono coinvolti 5 modicani, Luigi Bonincontro, 62 anni, Giorgio Fidone, 62 anni, entrambi patrocinati dagli avvocati Luigi Piccione, Saverio La Grua ed Alessandro Agnello, i fratelli Giorgio e Rosario Caruso, rispettivamente di 66 e 68 anni, e la moglie di quest’ultimo, Francesca Fidone, 58 anni, tutti patrocinati dall’avvocato Emanuele Guerrieri. L’operazione fu eseguita dalla polizia il 27 gennaio del 2003 e fu definita “la tratta delle donne provenienti dall’Est-Europa”, in particolare dall’Ucraina, e che coinvolse le Procure di Napoli e Modica. Trenta, in tutto, furono le ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Modica, Daniela Di Sarno, delle quali cinque colpirono, appunto, gente di Modica, L’accusa fa particolare riferimento ad un’associazione per delinquere finalizzata all’estorsione aggravata e continuata, di violazione della legge sull’immigrazione clandestina di giovani donne ucraine. Oltre a Napoli e Modica, le indagini si allargarono anche a Salerno, Benevento, Rimini, Pescara, Mantova e Perugia. Secondo il pubblico ministero, Guerriero, dell’organizzazione avrebbe fatto parte anche l’ucraina Tanja Boiarchuck, 46 anni, coadiuvata dal convivente Sergej Horshkov e dalla sorella, anche questi rinviati a giudizio così come tutti gli altri ad eccezione di tre persone che sono state prosciolte. L’udienza di avvio del dibattimento è fissata per il mese di dicembre.
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