Condannato il modicano Salvatore Gugliotta a tre anni e 14.000€ di multa per detenzione di sostanze stupefacenti

Tre anni di reclusione e 14 mila euro di multa, senza sospensione condizionale. Del resto i fatti lo inchiodavano. E’ l’esito del processo per direttissima celebrato ieri mattina davanti al giudice unico del Tribunale di Modica, Giovanna Scibilia, nei confronti dell’incensurato ambulante modicano Salvatore Gugliotta, 47 anni, arrestato la scorsa settimana dai carabinieri della Compagnia di Modica. Il magistrato ha, in primo luogo, convalidato l’arresto, poi ha accolto la richiesta dei difensori, gli avvocati Alessandro Borgese e Franco Rovetto, che hanno proposto il rito abbreviato, trovando anche consenso del pm Veronica Di Grandi. Questo ha notevolmente attenuato la pena che va da un minimo di 6 ad un massimo di 20 anni(col rito ordinario l’uomo rischiava 7-8 anni)e lascia la possibilità di ricorrere in appello, cosa che l’eventuale patteggiamento avrebbe escluso. Gugliotta resta, pertanto, recluso presso l’Istituto Penitenziario di Modica Alta perché il magistrato non ha concesso nemmeno gli arresti domiciliari. Nel corso della sua deposizione ha detto di utilizzare la droga per fare delle tisane, una motivazione alla quale il giudice non ha creduto. Era accusato di detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti anche se gli è stata contestata anche la continuazione. La condanna equivale alla richiesta del piemme. I militari nel corso della perquisizione nell’abitazione dell’uomo avevano trovato circa un chilo e mezzo di marijuana nascosta. Gugliotta si è addossato ogni responsabilità, scagionando, di fatto, la moglie ed il figlio. Sarebbe stato lui stesso a produrre la droga leggera in casa, coltivando le piantine in un orticello attiguo. La sua attività principale, come si diceva, era il venditore ambulante. Abitualmente lo si vedeva col suo furgone col quale insieme alla moglie vendeva panini e bibite nei pressi degli istituti scolastici in Viale Fabrizio o nelle varie sagre paesane. L’uomo ha escluso nella maniera più assoluta di avere utilizzato il proprio lavoro con la professione illecita di cui la consorte sarebbe stata all’oscuro. Si sarebbe limitato a stabilire contatti con persone fidate che poi avrebbero provveduto a spacciare. La compravendita vera e propria avveniva in tutta tranquillità, specie nelle ore notturne, in varie zone appartate della città. I Carabinieri nel corso del blitz a domicilio trovarono la droga leggera celata all’interno di armadi e cassetti e persino nel garage. La sostanza vietata era suddivisa in panetti avvolti nella carta stagnola, pronta per essere venduta al dettaglio
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