L’on. Ammatuna : “serve un accordo di programma per i fondi strutturali europei”

Con una nota molto dettagliata,inviata al Presidente della Regione, l’on. Roberto Ammatuna fa un excursus completo sui Fondi strutturali europei e propone l’adozione di un accordo di programma comprensoriale per la provincia di Ragusa. Di seguito il testo integrale della nota: “Gli orientamenti comunitari, in materia di Programmi Operativi Regionali, lasciano trasparire con chiarezza che gli interventi finanziari offerti vanno intesi come “addizionali” a quelli previsti dagli Stati e dalle Regioni e non sostitutivi di quest’ultimi, procedura purtroppo avvenuta per la programmazione 2000-2006. E’ forte il rischio che, anche nella programmazione dei Por 2007-2013, la destinazione dei fondi europei sia orientata invece che ad investimenti aggiuntivi ad azioni di ordinaria attività istituzionale, modalità tra l’altro avversata dalle disposizioni comunitarie. Nella fase istruttoria, poi, in passato si è fatto esclusivo ricorso al meccanismo del bando, che seppur formalmente corretto, non ha portato risultati apprezzabili a causa di una frammentazione eccessiva e disomogenea che ha mortificato la strategia complessiva e fatto perdere di vista gli obiettivi prefissati. Basti pensare che, al 31.12.2008, i progetti nell’ambito dei Por 2000-2006 saranno più di 50 mila. Decisamente troppi. Come lei ben sa, fra gli strumenti per poter accedere ai Fondi strutturali europei oltre ai bandi vi sono pure gli accordi di programma. Questi ultimi possiedono due indubbi vantaggi rispetto ai bandi: quello di avere una visione complessiva dello sviluppo del territorio e di non avere l’onere di formulare graduatorie che, inevitabilmente, comportano perdite di tempo in fase di redazione ed inoltre danno adito a ricorsi che si prolungano per anni. Ad esempio, il finanziamento di un porto è utile al territorio se, contemporaneamente, sono previsti anche gli assi di collegamento (arterie stradali, ferrovia, etc…) ed i servizi, senza i quali lo stesso non può funzionare in maniera efficace, ma questo non può avvenire seguendo la procedura del bando. Quello che è successo in passato con i bandi è stato un proliferare di iniziative singole in assenza di un’ottica di sistema, con decine di migliaia di interventi a pioggia che non hanno garantito quel salto di qualità che, invece, sono riuscite a fare altre regioni Obiettivo 1, come Spagna e Portogallo, che hanno utilizzato l’accordo di programma. L’ipotesi di fare un ricorso maggiore agli accordi di programma fra Regione, enti pubblici territoriali e partenariato sociale ed imprenditoriale – condivisa anche dall’Ufficio Speciale Autorità di Audit dei Programmi cofinanziati dalla Commissione Europea, istituito presso l’Assessorato Regionale alla Presidenza – offre la possibilità, a monte, di selezionare opportunamente gli interventi infrastrutturali, amalgamandoli sinergicamente in un’ottica comprensoriale.Con questa nuova procedura nella fase istruttoria si potrebbe analizzare meglio il da farsi in fase programmatoria, con l’indubbio vantaggio di coinvolgere in maniera diretta i territori nei quali gli interventi dovrebbero ricadere, accorciando così drasticamente i tempi operativi. La provincia di Ragusa ha già redatto un piano di utilizzo dei fondi ex Insicem – ammontanti a circa 58 milioni di euro – e lo ha inserito in un progetto complessivo di sviluppo territoriale di circa 270 milioni di euro, approvato con consenso unanime dal tavolo di concertazione provinciale, successivamente proposto alla precedente Giunta di governo regionale e da questa approvato con formale atto deliberativo. Tutto ciò potrebbe rappresentare il presupposto ideale per un accordo di programma, finalizzato all’ottenimento degli interventi europei, che veda come partners lo Stato, la Regione Sicilia, la Provincia Regionale di Ragusa, i comuni interessati e le forze sociali ed imprenditoriali del territorio. Credo che questo possa essere il modo migliore per accorciare la forbice infrastrutturale, che attualmente esiste, fra la Sicilia ed in particolare la provincia di Ragusa e gli obiettivi di crescita europea previsti dalla Strategia di Lisbona. Confido che, con la sua dimostrata sensibilità per la crescita e lo sviluppo della Sicilia, si attivi per perseguire l’unica strada possibile a garantire, senza perdite di tempo, il salto di qualità indispensabile alla Sicilia e alla provincia di Ragusa”.
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