TRIBUNALE DI MODICA. IL PIEMME CHIEDE LA CONDANNA PER I 26 IMPUTATI NEL PROCESSO DI UNA MAXI LOTTIZZAZIONE ABUSIVA NELLO SCICLITANO

La condanna per tutti i 26 imputati è stata chiesta al termine della sua requisitoria, dal pubblico ministero, Diana Iemmolo. Il vice procuratore onorario ha chiesto la pena ad un mese di arresto e 31 mila euro di ammenda ciascuno. Si avvia verso le conclusioni il processo riguardante la maxi lottizzazione abusiva, su appezzamenti di terreno frazionata in molte parti, che vede interessati 23 modicani, due palermitani ed uno sciclitano, che avevano in “concessione” gli immobili. Il giudice unico del Tribunale di Modica, Sandra Levanti, dopo le conclusioni del piemme ha avviato la fase delle arringhe concedendo la parola a tre degli otto difensori. Hanno, così, preso la parola gli avvocati Fabio Borrometi, Giovanni Giurdanella e Carmelo Ruta. La prossima udienza toccherà ai colleghi Michele D’Urso, Salvatore Poidomani, Angelo Iemmolo, Giuseppe Giacomia e Rinaldo Occhipinti, quindi sono previste le repliche della pubblica accusa. Fu la polizia municipale ad eseguire le indagini. Gli imputati sono Emanuele Mormino, Giancarlo Iemmolo, Salvatore Giurdanella, Maria Iemmolo, Concetta Basile, Rosario Arena, Loredana Alfano, Vincenzo Spadaro, Carmelo Floridia, Giovanni Mallia Abate, Maria Modica Agnello, Gianfranca Di Martino, Salvatore Belluardo, Luciana Belluardo, Francesco Gravina Penna, Concetta Alvich, Gabriele Alvich, Rosa Di Martino, Michele Paolino, Giuseppa Caruso, Gabriele Moncada, Rosario Occhipinti, Giovanni Carpenzano, Vincenzo Selvaggio, Rosa Nifosì e Giorgio Di Martino. Secondo l’accusa, tutti avrebbero realizzato, in concorso tra loro, e senza la prescritta autorizzazione, una lottizzazione abusiva mista, formata cioè da materiale e negoziale, a scopo edilizio in un ampio stacco di terreno che si trova in Contrada Renelle Trippatore a Scicli, esteso oltre 13 mila metri quadrati, e di altre due strisce di suolo, poco più ad est, appartenenti alla stessa particella catastale, rispettivamente di 740 e 2470 metri quadrati, mediante la formazione di 21 lotti di superficie media di 400-800 metri quadrati ciascuno(in qualche caso minore o maggiore)e la costruzione di altrettanti fabbricati in gran parte allo stato rustico, quasi tutti “tamponati” e con gli infissi esterni installati e con caratteristiche costruttive diverse, eccetto alcuni che risultano identici e speculari, nonché attraverso la vendita del terreno in lotti. Tutto ciò avrebbe comportato una trasformazione urbanistica ed edilizia dell’area interessata, destinata dal vigente Piano Regolatore Generale del Comune di Scicli come zona agricola “E”, in un nuovo insediamento urbano a scopo residenziale, senza la necessaria realizzazione di opere di urbanizzazione primarie e secondarie ed in violazione delle prescrizioni degli strumenti urbanistici. Il tutto eseguito in un’area interessata dal vincolo di inedificabilità della fascia costiera e dal vincolo paesaggistico. I fatti furono accertati nel mese di settembre del 2004. Il Comune di Scicli è parte civile.
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