150 IMPRESE EDILI SICILIANE, UNA VENTINA IBLEE, SOTTO PROCESSO A CALTAGIRONE PER TURBATIVA D’ASTA E TENTATA TRUFFA

L’amministrazione comunale di Niscemi, ha chiesto un maxi risarcimento di 200 milioni di euro quale parte civile nel processo nei confronti di oltre 150 imprese edili siciliane, i cui rappresentanti legali sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta. Una ventina di imprese hanno sede in provincia di Ragusa. Nei fatti tale reato è contestato a circa dieci imputati mentre per tutti gli altri c’è l’aggravante di un ulteriore reato che è la tentata truffa. Secondo l’accusa sarebbero state pilotate gare d’appalto per la realizzazione di opere pubbliche in tutta Sicilia. Tra queste, addirittura, la costruzione della nuova ala del Tribunale di Caltagirone quando al vertice c’era il designato presidente del Tribunale di Modica, Giuseppe Tamburini, e dove, ironia della sorte, si sta celebrando questo procedimento che ne ha competenza perché i reati più gravi si sarebbero perpetrati in territorio calatino. Fu proprio la Procura della Repubblica di Caltagirone che avviò la corposa indagine allorquando saltò fuori un’agendina riportante di nomi e numeri di telefono di imprenditori edili siciliani che, guarda caso, risultavano tutti coinvolti in un giro di appalti dalle modalità di aggiudicazione poco chiare. I fatti sotto osservazione si rifatti al biennio 2001 e il 2002, come testimoniato dall’impressionante mole di prove documentali raccolte dagli inquirenti nel corso di svariati mesi d’indagini serrate. Secondo l’accusa, gli imputati si sarebbero accordati per accaparrarsi, a turno, i principali appalti delle più importanti opere da realizzare nei vari comuni dell’Isola, interessando del ghiotto affare anche imprenditori edili di altre dieci regioni d’Italia che, assicurandosi l’appalto di grosse opere, trovavano conveniente investire nella Trinacria. Tre le altre opere da realizzare anche cimiteri comunali, scuole pubbliche e impianti sportivi. Questo procedimento giudiziario, giunto alla fase dibattimentale, costituisce il secondo troncone scaturito dal filone dell’inchiesta che aveva già portato dinanzi al giudice per le udienze preliminari altri otto imputati, tutti condannati. Gli oltre 150 tra imprenditori e legali rappresentanti delle imprese edili, dovranno comparire dinanzi al collegio penale del Tribunale di Caltagirone a fine ottobre. In udienza preliminare una quindicina di imputati erano stati prosciolti dalle accuse, perché rivestivano ruoli marginali nella complessa vicenda. Per il versante ragusano e modicano nella fattispecie la difesa è tra gli altri composta dagli avvocati Giuseppe Rizza, Fabio Borrometi, Giovanni Favaccio, Carmelo Ruta, Nino e Ignazio Galfo e Salvatore Campanella del Foro di Modica.
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