Il Gup presso il Tribunale di Modica, Maurizio Rubino, ha rigettato tutte le eccezioni avanzate dai difensori dei presunti autori dell’omicidio del trentaduenne pregiudicato Giuseppe Drago, avvenuto il 28 ottobre 2007 in Via Sette Fratelli Cervi, al Villaggio Jungi di Scicli. Ieri mattina è stato avviato il procedimento penale nei confronti delle sorelle Elena e Maria Ferrante, di 33 e 40 anni, richiuse in atto nel carcere di Ragusa, del fratello di queste Antonino "Tony" Ferrante, 37 anni, e del pastore Giovanni Pacetto, incensurato, detenuti a Modica. Gli avvocati Pino Pitrolo e Rinaldo Occhipinti hanno chiesto, in apertura di dibattimento, l’inutilizzabilità di alcune intercettazioni telefoniche acquisite su disposizione della Procura Distrettuale di Catania delle quali si presume la Procura della Repubblica di Modica fosse a conoscenza per cui aveva chiesto ed ottenuto l’utilizzo e le aveva acquisto a fascicolo. In buona sostanza, qualche giorno prima dell’omicidio, la magistratura inquirente etnea aveva avuto sentore su un possibile traffico di droga a Scicli ed aveva messo sotto controllo il telefono di una delle sorelle Ferrante. I due difensori hanno ritenuto che tali intercettazioni fossero illegittime, il Gup il contrario. Lo stesso magistrato ha ammesso a costituirsi parte civile la moglie, la figlia, i genitori ed i fratelli di Drago, che sono patrocinati dall’avvocato Raffaele Rossino. A questo punto i legali dei 4 imputati hanno chiesto ed ottenuto il processo con il rito abbreviato che è stato concesso. Le parti discuteranno la vicenda il prossimo 5 dicembre quando dovrebbe esserci anche la sentenza. I fratelli Ferrante e Pacetto sono ritenuti componenti il commando che uccise a colpi di fucile a canne mozze e pistola "Peppi u tedescu". L’accusa è di omicidio aggravato in concorso e detenzione illegale di arma da fuoco in favoreggiamento. Pacetto ha sempre sostenuto non avere assolutamente fornito le armi ai tre fratelli Ferrante ma di essere stato chiamato da Tony dopo l’omicidio per nascondere in un posto sicuro il fucile a canne mozze e la pistola calibro 7,65. Tony Ferrante aveva confessato al Gip di avere agito a seguito dei ripetuti soprusi che avrebbero subito da Drago, pare per avere del metadone. All’ennesimo rifiuto da parte di una delle due donne, la vittima se la sarebbe presa con la madre dei tre germani, Rita Cangialossi, minacciandola e ferendola con le schegge del vetro di una finestra della casa contro la quale aveva lanciato un grosso masso. Aveva tentato di appiccare il fuoco anche alla bancarella per la vendita di frutta e verdura gestita dal Ferrante.
SCICLI. OMICIDIO DRAGO. IL GUP DI MODICA: “Si alle intercettazioni, a parti civili ed a giudizio abbreviato”
- Ottobre 3, 2008
- 10:19 pm
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