"Mi sento, in nome della polizia, di poter rassicurare la popolazione dopo l’arresto dello slavo in Contrada Scardacucco Piano Ceci, perchè siamo fortemente convinti di avere individuato la banda che aveva creato allarme in città, l’ultimo episodio pochissimi giorni fa in contrada Serrauccelli". Parola del vice questore aggiunto, Maria Antonietta Malandrino, che sabato sera ha partecipato personalmente all’operazione che ha portato all’arresto di Sasa Dimic, 26 anni, nato a Belgrado, che al momento dell’arrivo di cinque pattuglie della polizia si trovava a bordo dell’autovettura Lancia, a qualche decina di metri dalle villette che stavano visitando i suoi complici, pare quattro. Il modus operandi era quello di rimanere a distanza, in modo, eventualmente, di potere avvertire telefonicamente qualora fossero sopraggiunte le forze dell’ordine e potere fuggire. Stavolta non ha fatto a tempo perché la segnalazione giunta alla Centrale Operativa del Commissariato ha fatto confluire in pochissimi minuti i mezzi della polizia i cui agenti non hanno lasciato modo di avvertire i "compari". Dimic è stato fermato ma, essendo fisicamente aitante, è riuscito a divincolarsi e a fuggire ancora. Inseguito, è stato possibile bloccarlo quando gli agenti gli si sono gettati praticamente addosso. L’uomo è risultato residente nell’agrigentino e con precedenti per associazione per delinquere finalizzata ai reati contro il patrimonio, e per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Un poliziotto è rimasto contuso, nella colluttazione, ad una mano. Ne avrà per 8 giorni. I complici, invece, sono riusciti a fuggire nella vallata sottostante, impervia ed al buio, e non è improbabile che si siano nascosti per tutta la notte tra la vegetazione. Si tratterebbe, come si diceva, dello stesso gruppo segnalato da giorni a bordo di un’autovettura che dovrebbe essere la Lancia, di proprietà di un italiano, sul quale si stanno effettuando accertamenti per capire a quale titolo fosse in uso allo slavo. A bordo del veicolo è stato trovato il kit "da scassinatore" dell’arrestato: uno zainetto contenente un paio di guanti, che certamente è utilizzato per non lasciare impronte perchè sicuramente schedati, 3 mini torce, un palanchino e 28 proiettili calibro 9 per scacciacani, segno che la gang è pronta a tutto. L’uomo è accusato di furto aggravato in concorso, possesso ingiustificato di oggetti atti allo scasso, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, oltre alla violazione della Legge Bossi-Fini, essendo stato destinatario di un provvedimento di espulsione da parte del Questore di Agrigento. I malviventi erano già entrati in una villetta di Via Giorgio Orazio Pluchino anche se il "palo" è stato bloccato in Via Scadacucco, l’arteria che conduce a Mangiagesso, e, comunque, con parecchie alternative di fuga. Hanno portato via alcuni oggetti, pochi preziosi, poiché non erano riusciti a forzare la cassaforte. Erano riusciti a disattivare parte del sistema d’allarme staccando gli impianti sonori ed immergendoli in acqua. Non avevano fatto i conti con un terzo altoparlante che ha preso a suonare attirando l’attenzione dei vicini di casa che hanno avvertito la polizia. "Siamo convinti – ha spiegato ieri il dirigente del Commissariato – che avremo altri riscontri su questo fatto ma anche che queste persone non verranno più da queste parti. E’ gente esperta che si veste di scuro e probabilmente agisce incappucciata". Per bloccare la fuga di Sasa Dimic, la polizia aveva sparato alcuni colpi di pistola in aria, a scopo assolutamente intimidatorio.
SI CHIAMA SASA DIMIC LO SLAVO ARRESTATO DALLA POLIZIA, IN CONTRADA SCARDACUCCO A MODICA
- Ottobre 13, 2008
- 3:58 pm
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