La finanziaria regionale, appena arrivata all’Assemblea Regionale Siciliana, contiene una previsione di tagli per Province e Comuni del 12% rispetto al 2006, con 104 milioni di euro in meno per i Comuni e 18 milioni per le Province. Formalmente, uguale percentuale di riduzione è prevista anche per i vari assessorati regionali ma, di fatto, per questi ultimi il taglio del 12% si applica solo alle spese riducibili, quindi con un impatto molto ridotto rispetto a quello che dovrebbero subire gli enti locali. A ciò si aggiunga che l’art. 3 di questa finanziaria obbliga le amministrazioni Comunali a destinare il 10% dei trasferimenti regionali a spese di investimento. Così ai Comuni, che già soffrono le conseguenze per il taglio dell’Ici, si impone un taglio del 12% sui finanziamenti e l’obbligo di operare investimenti per il 10% dei trasferimenti regionali. Credo che per cercare di raggiungere il miraggio di un equilibrio finanziario nei conti della Regione, non ci si pensi due volte ad esporre i comuni alla bancarotta. Con queste previsioni di tagli, infatti, non intravedo un futuro per i comuni che non sia quello del dissesto finanziario. Siamo di fronte all’esaltazione del dilettantismo e se è questo il metodo federalista per affrontare i problemi della Sicilia, allora ben venga il centralismo statale. In questo modo si calpesta la pari dignità fra gli enti, si rompe un equilibrio istituzionale già di per sé precario, si umiliano i comuni, le istituzioni che cercano di fronteggiare, giorno dopo giorno, situazioni sempre più gravi per essere più vicini ai cittadini.
L’on. Ammatuna sulla finanziaria regionale: “ così si calpesta la pari dignità fra gli enti”.
- Ottobre 14, 2008
- 11:13 am
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