Ha chiuso per sempre quegli occhi curiosi e attenti. E’ spirato su un letto d’ospedale, a Catania, lontano dalla sua Modica, che ha descritto, raccontato, scrutato nei suoi meandri ma anche criticato aspramente nei suoi scritti, amato, percorso in lungo ed in largo con la sua ampia falcata, sempre imbacuccato nel suo cappotto e col suo cappello a larghe tese, con quegli occhiali rotondi da bambino vivace. Franco Antonio Belgiorno, per tutti Ciccio, se ne è andato. 69 anni vissuti tutti d’un fiato, tra Siracusa dove è nato, Modica dove è cresciuto, Baden in Germania dove ha lavorato ed ancora Modica, a cui era legato dal catulliano “Nec tecum nec sine te vivere possum" ("non posso vivere ne’ con te ne’ senza di te"). Nostalgico, ma solare e leggero nei suoi racconti. Duro, critico e mai “addomesticato” nei suoi servizi giornalistici per la ZDF tedesca. Amaro, aspro, istrionico e sarcastico nelle sue parole sulla realtà che lo ha circondato, sulla Modica di oggi, figliastra di una Modica di ieri che ha sempre amato, descritto con una precisione figlia di quello struggente desiderio di ritornare a quel mondo, fatto di personaggi antici e semplici. Personaggi ritratti ad esempio nell’ultimo libro, Guardiani di Nuvole. Amava James Joyce, di cui ha collezionato più di 500 traduzioni. Amico di tanti, ma non di tutti. Amato da tanti, ma non da tutti. Stimato da tanti, ma non da tutti. Pianto, oggi, da tutti, indistintamente, in una Modica che oggi perde un pezzo di sé. Domani, alle 16, nel duomo di San Pietro, prospiciente il suo quartiere d’adozione, Cartellone, si svolgeranno i funerali. Addio Ciccio, testimone attento di un tempo che fu, coscienza critica dell’oggi, ricordo indelebile nel domani. Anche tu adesso guardiano di nuvole.
MODICA. LA MORTE DI CICCIO BELGIORNO, UN RICORDO
- Ottobre 16, 2008
- 5:33 pm
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