Modica: L’Associazione “L’angelo onlus” contro le istituzioni che sembrano indifferenti alle morti bianche

“Siamo stanchi di sentire parlare ancora di morti sulle strade mentre le istituzioni non fanno niente per far diminuire questi fatti. Secondo noi ci vogliono delle azioni d’urto, non basta la teoria ma occorre iniziare a fare pratica. Vogliamo che la Prefettura e la Provincia istituiscano un tavolo tecnico con le forze dell’ordine e le organizzazioni di volontariato di Protezione Civile per decidere come agire per evitare queste stragi sulle nostre strade”. L’associazione “L’Angelo onlus” di Modica, Federata alla Lege Arcobaleno dice la sua sulle morti e sulle invalidità dei giovani rimediate sulle strade iblee, specialmente nel periodo estivo. L’organismo si chiede che cosa fanno le istituzioni? “Le pubblicità – dice il direttivo – per invogliare i giovani a una guida più sicura e all’attenzione del prevenire a cosa servono visto che vediamo ugualmente morire tanti giovani sulle strade. Non sarebbe meglio riproporre il progetto strade sicure del 2004/2005 in collaborazione con la Polizia Stradale e le Associazioni della protezione Civile del Territorio Ragusano. Questo tipo di progetto secondo noi era un deterrente verso i guidatori che vedendo i lampeggianti accesi rallentavano per paura del posto di blocco e chi rimaneva in panne con l’autovettura veniva soccorso dai volontari che giravano per le strade della provincia, se succedeva un incidente e una squadra formata da volontari di protezione civile preparati potevano dare subito l’allarme e la prima assistenza all’incidentato”. L’associazione modicana chiede se i progetti validi siano presi in considerazione. “Le persone – dicono i responsabili – non vogliono che con il denaro pubblico si spenda per gadget come magliette, cappellini e altro. Vogliono, invece, più sicurezza e presenza sulle nostre strade affollate nel periodo estivo. Non vuole essere una polemica bensì una constatazione di tutti gli eventi verificatesi in questo periodo. Vogliamo meno morti e meno nuovi invalidi. Una vita sicura da vivere e per divertirsi senza piangere i propri cari”.
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