NO DELLA MAGISTRATURA PER IL DISSEQUESTRO DI 4500 BOMBOLE DA GAS SEQUESTRATE A MODICA

Doppio no al dissequestro del mega deposito clandestino di bombole contenenti gpl (gas di petrolio liquefatto), privo di ogni autorizzazione amministrativa e fiscale e di certificazione relativa alla prevenzione degli incendi, posto sotto sigillo a Modica lo scorso mese di giugno dal Nucleo di Polizia Tributaria di Ragusa nelle campagne di Modica, anche con lo scopo di scongiurare pericolo per l’incolumità pubblica derivante dal commercio non autorizzato di gas in bombole perpetrato da soggetti senza scrupoli. Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il tribunale di Modica, prima, ed Tribunale per il Riesame, dopo, hanno negato la restituzione delle bombole, stipate all’interno di varie stalle, di una porcilaia e di altri locali annessi all’abitazione rurale del responsabile, P.O., 60 anni, modicano, titolare di una ditta individuale avente per oggetto il trasporto di merci, che è patrocinato dall’avvocato Rinaldo Occhipinti. Al Riesame si era rivolto anche il legale dell’azienda che aveva rifornito l’uomo, l’avvocato Simona Pitino, che chiedeva di riavere indietro, quantomeno i vuoti. Furono una decina i finanzieri che sequestrarono 13 tonnellate di G.P.L. e 4.516 bombole di gas, nelle varie pezzature ovvero da 10, 15 e 25 chilogrammi, in parte piene di prodotto ed in parte vuote ma pronte per essere nuovamente riempite. Si era trattato del più grosso sequestro di bombole di gas mai effettuato nella provincia di Ragusa. Il GPL è comunemente utilizzato per uso domestico ma anche, e soprattutto abusivamente, per il rifornimento degli autoveicoli alimentati a gas. Il valore dei beni sequestrati, disseminati su uno spazio di oltre duemila metri quadrati, ammonta a più di 160 mila euro. Il titolare è stato denunziato alla Procura della Repubblica di Modica, per aver costituito un deposito clandestino senza le relative autorizzazioni e certificazioni, e per ricettazione per avere detenuto materiale di provenienza delittuosa, atteso che il responsabile non ha saputo né voluto indicare la provenienza delle bombole. Il deposito era, infatti, sprovvisto del certificato di prevenzione incendi, che deve essere rilasciato dai Vigili del fuoco, per quantitativi superiori ai 500 kg. e, all’interno dello stesso, per la prevenzione di eventuali piccoli incendi, non è stato trovato alcun estintore. Le indagini sono tutt’ora in corso.
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