TROMBA D’ARIA NELLO SCICLITANO. DANNI AGLI IMPIANTI SERRICOLI

Mezzora. Una piccola tromba d’aria abbattutasi sulla fascia trasformata che da Donnalucata va a Cava d’Aliga: alberi divelti e abbattuti sula sede stradale, alcune serre scoperte dalla furia del vento. E’ accaduto ieri mattina lungo la litoranea Donnalucata-Cava d’Aliga, intorno alle undici. Un acquazzone, accompagnato da una tromba d’aria, ha messo in crisi la circolazione stradale sulla provinciale che si diparte da via Archimede. Un eucalipto è rovinato sulla sede stradale, tra la via Lentini e la via Ragusa, nel sito in cui la via Archimede che diventa strada provinciale. Diverse le strutture serricole scoperchiate dalla forza del vento. A Scicli nella memoria di molti è tornato quanto è successo nel novembre di tre anni fa, quando una tromba d’aria a Playa Grande, in contrada Timperosse e dintorni, rase al suolo moltissime serre. Sui luoghi interessati dai danni del maltempo  i vigili urbani, i carabinieri della stazione di Donnalucata, i dipendenti comunali del servizio di reperibilità e della protezione civile. Le aziende serricole colpite si trovano in contrada Ferro di Cavallo e Arizza. La raffica di vento e pioggia ha prima raso al suolo gli alberi della via Archimede, e poi ha distrutto le coperture delle serre lungo l’anelo di contrada Ferro di Cavallo, chiamata così perché si diparte dalla provinciale per farti ritorno dopo una lunga escursione a U. Gli operai del servizio di reperibilità del Comune di Scicli sono interventi per tagliare gli alberi pericolanti in contrada Palo Rosso, alcuni dei quali rischiavano di rovinare sulla provinciale, mentre i vigili urbani e i carabinieri hanno ripristinato la viabilità, dopo che alcuni mezzi meccanici hanno provveduto alla rimozione dei fusti e alla messa in sicurezza della strada. I residenti di via Ferro di Cavallo hanno più volte subito eventi alluvionali. La zona infatti è soggetta a inondazioni per via della depressione orografica in cui insiste e in ragione di manufatti che favoriscono lo stagnare delle acque meteoriche in quel sito. L’ultimo episodio risale al dicembre 2006. “E’ intollerabile che una strada pubblica si trasformi, in occasione di ogni abbondante precipitazione meteorica, in un torrente in piena e rendendo le case inaccessibili, e distruggendo le colture intensive adiacenti, soprattutto quelle praticate in “Ambiente protetto” –scrivono i residenti-. Non possiamo addebitare questo pernicioso fenomeno a madre natura, in quanto esso è palesemente determinato da particolari manufatti messi in opera da privati, atti a sbarrare l’alveo del torrente, tanto da impedire il flusso naturale delle acque verso il mare e da deviarne il corso verso la strada pubblica e verso i terreni privati. Considerato che la condizione geo-morfologica dei luoghi, modificata nel tempo da una repentina ed azzardata bonifica, è stata la causa primaria che ha alterato il naturale decorso delle acque, a tal ragione i residenti e proprietari, denunciano l’inosservanza delle leggi in materia di aree vincolate che quanto meno servono a far ripristinare il naturale deflusso delle acque . Chiediamo che gli uffici di competenza assieme alle alte autorità responsabili, di avvalersi affinché si possa intervenire tempestivamente e contribuire a debellare questo grave problema”.
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