La magistratura ha disposto il dissequestro dell’impianto che determinò la morte di Orazio Linguanti, l’operaio modicano di 43 anni, deceduto lo scorso 27 maggio, mentre lavorava nel cantiere della società della quale era dipendente, la Occhipinti e Corallo, specializzata nella lavorazione della pietra, ai confini tra i territori di Modica e Ragusa. Le indagini sono giunte in una fase che ha consentito ai difensori della società, gli avvocati Maria Platania e Loredana Calabrese, di avanzare richiesta per il nulla osta al riutilizzo della macchina alla quale è stato apposto il visto di assenso da parte della Procura della Repubblica. Secondo il medico dell’Azienda Sanitaria Locale numero sette di Ragusa, il medico legale ed a seguito del sopralluogo effettuato il giorno dopo dagli ispettori del lavoro, Linguanti sarebbe salito su una scala per smontare un motore e poi sarebbe inciampato con un piede, precipitando da un’altezza di circa tre metri. Per sua sfortunata avrebbe sbattuto la testa contro una pietra. Allo stato l’indagine vede un solo indagato, il legale rappresentante dell’impresa, sul quale pende l’accusa di omicidio colposo, procedura scontata, quando accadono simili episodi. Orazio Linguanti, in ogni modo, non sarebbe deceduto sul colpo. Del suo incidente si sarebbe accorto il titolare dell’azienda che avrebbe chiamato il 118. L’ambulanza è giunta dopo appena sette minuti sul posto ed i sanitari avevano tentato di rianimarlo.
MODICA. OPERAIO MORTO SUL LAVORO. IMPIANTO DISSEQUESTRATO
- Novembre 26, 2008
- 2:21 pm
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