Sei un deputato regionale siciliano? Anche il funerale è gratis

«U pisci fete ra testa» recita l’antica saggezza popolare siciliana. «Il pesce puzza dalla testa» a dimostrazione che, nell’isola, il rapporto tra la popolazione e le istituzioni che la rappresentano non è mai stato forte. Né in vita né, a quanto si capisce, nel momento supremo della morte. I privilegi non hanno mai fine. Compreso quello di farsi pagare il funerale dalla Regione e quindi, in ultima analisi dalla collettività. Un diritto da cinquemila euro che l’amministrazione paga alla famiglia per le onoranze funebri. Ad usufruirne non solo i parlamentari in carica, ma anche i precedenti. La perdita del seggio è certamente un brutto incidente. Di quelli che segnano la vita e la carriera. Non per questo toglie il diritto al ristoro nell’ultimo viaggio. ORDINE NEI CONTI La scoperta è stata fatta da Francesco Casci (Pdl) fresco presidente dell’Assemblea regionale che sta cercando di mettere un po’ d’ordine sui conti dell’aula. Nel 2007 la spesa è stata di 36.151 euro. Stupefacente. Azzerarla? Forse sarebbe pretendere troppo. Magari Cascio potrebbe ottenere una riduzione considerando che il sussidio al lutto non solo configura gli estremi del privilegio ma è anche eccessivo. Il sito di Help Consumatori, in un sondaggio effettuato a ottobre, ha dimostrato che a Palermo un funerale costa mediamente duemila euro. A Catania ancora meno: 1.800. Certo si tratta di una serie statistica. Una di quelle operazioni che mette insieme valori molto distanti. Personaggi di rango come i componenti del più antico Parlamento d’Europa, sicuramente hanno diritto a tutti gli onori. Ma anche senza badare a spese bisogna riconoscere che cinquemila euro sono davvero tanti. Alla famiglia resta anche qualche spicciolo in tasca. Nulla ovviamente che possa nemmeno lontanamente compensare il dolore per la perdita del caro estinto. SUPER-STIPENDI Resta il fatto che non si capisce la ragione del sussidio. Tanto più che i membri dell’Ars risultato essere, già in vita, i rappresentanti del popolo più pagati in Europa. La loro retribuzione risulta ancorata a quella dei Senatori (11.200 euro lordi al mese). Già così sarebbe un bel guadagnare considerando, per esempio, che la ricca Finlandia paga i suoi deputati diecimila euro e la Spagna meno della metà. Poi bisogna aggiungere indennità, contributi e rimborsi vari che portano il totale in tasca ai novanta consiglieri della Regione Siciliana a più di 19 mila euro mensili. Alcune spese non devono nemmeno essere giustificate come i diecimila euro l’anno di copertura per viaggi nazionali. Fino a un paio d’anni fa la Regione pagava anche le vacanze. CONTRIBUTO VACANZE Bastava che, formalmente, qualcuno invitasse il deputato a rappresentare la Sicilia nella località prescelta. Ostacolo facilmente aggirabile considerando le numerose comunità di siciliani sparge per il mondo. Gianfranco Miccichè, allora presidente dell’Ars, tagliò questo privilegio attirandosi il rancore dei suoi colleghi d’aula. Solo un colpo d’accetta nella foresta che protegge la vita quotidiana del Parlamento siciliano. Compreso il diritto ad un mutuo super-agevolato per l’acquisto di una casa a Palermo o dei locali per la segreteria politica. Un regalo che serve rendere meno complicata l’esistenza ai rappresentanti del popolo eletti a Siracusa, a Ragusa o addirittura a Capo Passero. Sedi disagiate rispetto al capoluogo dove si svolge la vita politica e amministrativa della Regione. Il contributo è frutto di una vecchia convenzione con il Banco di Sicilia che permette ai parlamentari di indebitarsi al 2%. Il resto lo mette la Regione. Il tetto di spesa, lo scorso anno, è stato portato da 150 a 300 mila euro. D’altronde anche il prezzo delle case è raddoppiato negli ultimi anni. Come potrebbe, mamma-Regione, non tenerne conto? Nel 2007 questo capitolo di spesa ha assorbito 52.830 euro. IRONIA IN AULA Ma in fondo si tratta di un benefit che può anche avere una giustificazione. Nulla di paragonabile, in ogni caso, al sussidio per il funerale. A tal punto stupefacente da suscitare anche l’ironia di qualche parlamentare. Dice Giovanni Ardizzone (Udc) deputato questore incaricato di guardare i conti dell’aula: "Noi parlamentari siamo molto previdenti. Pensiamo molto al nostro futuro".

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