Modica: Lunedì presso la Camera del Lavoro si parlerà di ragioni del No della CGIL all’accordo separato sul Modello Contrattuale e sulle proposte del Sindacato contro la crisi

Le ragioni del No della Cgil all’accordo separato sul Modello Contrattuale; – Le proposte del Sindacato contro la crisi:più sostegno ai redditi da lavoro dipendente e da pensione; più ammortizzatori sociali; più aiuti alle famiglie, ai disoccupati, ai giovani, ai non autosufficienti. Il sindacato scende in campo e lunedì prossimo, nella sala conferenze della Camera del Lavoro di Via Nazionale, terrà sulla questione un attivo sindacale. I lavori saranno introdotti dal segretario della Camera del Lavoro, Nicola Colombo e, dopo il previsto dibattito, concluderà Giovanni Avola, segretario generale della Cgil di Ragusa. L’attivo sindacale servirà a mettere a punto un piano di assemblee nel territorio modicano, a partire dalle scuole e in tutti i posti di lavoro, per illustrare le iniziative di lotta decise dalla Cgil e che culmineranno con la grande manifestazione nazionale programmata per il 4 aprile a Roma.”Riguardo alla preannunciata manifestazione di venerdì 13 febbraio a Roma, nel quadro dello sciopero generale dei metalmeccanici e dei dipendenti pubblici della Cgil – spiega Colombo – da Modica è prevista la partecipazione di una folta delegazione di lavoratrici e lavoratori. Nello specifico, per ciò che attiene la mancata sottoscrizione da parte della Cgil dell’Accordo sul Modello contrattuale, teniamo a sottolineare, che tale accordo separato prevede e programma la riduzione della tutela dei salari; riduce il ruolo e la forza del Contratto nazionale di lavoro; limita il diritto di sciopero che per la Costituzione repubblicana è un diritto del singolo lavoratore; non allarga la contrattazione di secondo livello, anzi le attribuisce la possibilità di ridurre le tutele previste nel Contratto nazionale. Per queste ragioni il nostro sindacato ha detto no a un accordo che, tra l’altro, viola le regole democratiche tra le parti sociali e non prevede nemmeno un pronunciamento di merito da parte degli stessi lavoratori ai quali si nega la possibilità di accettare o respingere con il voto un provvedimento destinato a condizionare la propria vita sul posto di lavoro e nella società”.