Incendio doloso in Contrada Coffa: distrutta la villetta del vice presidente provinciale di Confindustria. Solidarietà del sindaco di Chiaramonte Gulfi

Un incendio, di natura quasi sicuramente dolosa, si è sviluppato ieri sera in una villetta di contrada Coffa, sulla strada che collega Comiso con Chiaramonte Gulfi. L’allarme alla caserma dei Vigili del fuoco è scattato alle 19.50. Sul posto, all’altezza del chilometro 6+600 della strada provinciale 7, è intervenuta una squadra del comando provinciale che ha lavorato un paio d’ore prima di riuscire ad avere ragione delle fiamme. La casa è di proprietà di Biagio Amarù, vicepresidente di Confindustria a Ragusa, imprenditore, titolare di una ditta che realizza ed esporta mosaici in marmo in tutto il mondo. Amarù sarebbe il destinatario di un altro messaggio indimidatorio. Pochi giorni fa una bombola di gas è stata fatta esplodere in un cantiere di Comiso di proprietà del cognato di Amarù, suo socio. In precedenza, ignoti avevano incendiato un contatore elettrico in un’azienda di Amarù. Il Sindaco di Chiaramonte Gulfi, Giuseppe Nicastro, intende esprimere tutto la sua vicinanza all’imprenditore comisano, vice presidente provinciale della Confindustria, che da tempo ha scelto di sviluppare parte dei suoi interessi anche in questo territorio. “Non posso che manifestare la mia solidarietà, a Biagio Amarù, che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare per la sua correttezza e il suo attaccamento alla nostra Chiaramonte. In più occasioni Biagio Amarù ci è stato vicino, manifestando il suo apprezzamento per la serenità sociale che si respira nella nostra comunità. Grazie alla sua spiccata indole imprenditoriale ha realizzato solide realtà produttive di tutto rispetto, dove lavorano tanti chiaramontani. Il rogo, di origine dolosa, che ha distrutto la sua villetta di campagna dimostra quanto sia audace ed efferata la delinquenza che orbita in questa zona e quanto sia necessario un intervento repressivo ancora più stringente. Le nostre comunità, ha poi concluso il Sindaco Nicastro, non possono vivere ostaggi di questa gente che terrorizza gli inermi abitanti”.