L’ESTERNALIZZAZIONE DEI SERVIZI DEL COMUNE DI MODICA. LA CAMERA DEL LAVORO A DIFESA DEI LAVORATORI DELLA REFEZIONE SCOLASTICA

“Se sono questi i presupposti che si intendono perseguire nella “razionalizzazione “ dei servizi, allora diciamo che abbiamo imboccato la strada sbagliata e iniziato il percorso con il piede sbagliato”. Il segretario della Camera del Lavoro di Modica, Nicola Colombo, non si ritiene soddisfatto delle risultanze della conferenza tenuta dal sindaco, Antonello Buscema, e dall’assessore alla Pubblica Istruzione, Antonio Calabrese. Ci riferiamo, per intenderci, alla problematica del servizio di refezione scolastica che di fatto si è esternalizzato e privatizzato. “Si sono snocciolate cifre – precisa Colombo – e si sono forniti dati, con un intendimento esclusivamente ragionieristico, senza tenere assolutamente in conto le lavoratrici e i lavoratori precari e a part – time che, assieme al personale comunale, hanno garantito per anni un servizio essenziale quale quello della refezione per gli alunni”. Il rappresentante sindacale si chiede che fine faranno questi lavoratori, magari per anni vessati, mal pagati e pure ingannati circa una insperata stabilizzazione. “Ci risponderanno – dice – che sarà la ditta appaltatrice a farsene carico, con tutto ciò che tale violenta espulsione “dall’indotto” che ruota attorno ai servizi sociali del comune di Modica comporta. Magari, saranno lavoratori costretti a vedersi ridotte le ore di lavoro, come si evincerebbe dagli intendimenti degli amministratori, e pure costretti a lavorare in centri di confezionamento pasti fuori dalla città, nel caso in cui la ditta aggiudicataria dovesse essere in un altro comune o addirittura fuori provincia. Non crediamo che l’esternalizzazione dei servizi sia una soluzione alla grave situazione finanziaria in cui è sprofondato il Comune di Modica, e non certo per colpa dei lavoratori. Anzi, queste forme subdole di razionalizzazione sono le più chiare manifestazioni di azioni tendenti a colpire i livelli occupazionali, riducendo prestazioni e servizi per gli utenti”. Cosa di chiede, dunque, all’ amministrazione comunale? “Chiediamo garanzie per i lavoratori della refezione scolastica, che tra l’altro è un servizio a domanda individuale in cui è prevista la compartecipazione dell’utente alla spesa per il servizio ricevuto – incalza Nicola Colombo – in termini di continuità lavorativa, certezze per le retribuzioni e l’orario di lavoro, rispetto dei diritti contrattuali. L’Ente comune non può limitarsi ad essere “controllore” esterno e distaccato – come Ponzio Pilato – ma parte attiva nell’espletamento del servizio di refezione. E nemmeno, torniamo a ribadire, utilizzare in maniera selvaggia la pratica dell’esternalizzazione del servizio di refezione come testa di ariete per scardinare l’intero sistema del welfare locale che garantisce servizi socio-assistenziali a migliaia di cittadini e livelli occupazionali per circa 300 unità. Contro questa logica esclusivamente ragionieristica, che ha ben poco di capacità di governo della “cosa pubblica”, ci batteremo con determinazione e con fermezza ribadendo il nostro convincimento di fondo, quello di dire che non siano i lavoratori a pagare questa crisi o, meglio, “la vostra crisi”.

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