Tra risate e invenzioni umoristiche, tutto esaurito per il concerto di Migone a Scicli

Oltre un’ora e mezza di battute a raffica. Che solo un’artista della risata come Paolo Migone riesce a produrre. Senza un istante di tregua e coinvolgendo il pubblico. Anche questo quarto appuntamento della rassegna “Il grande teatro”, promossa dal vice presidente della Provincia regionale di Ragusa, Mommo Carpentieri, appuntamento tenutosi ieri sera al teatro Italia di Scicli, ha fatto registrare il tutto esaurito. “Tantissimi gli apprezzamenti da parte del pubblico – dichiara Carpentieri – che, ancora una volta, abbiamo visto arrivare da ogni parte dell’area iblea. Segno che il richiamo degli eventi inseriti in cartellone ha fatto breccia. Migone è stato sensazionale. Un’artista senza pari, con una carica travolgente”. Forte di un’esperienza teatrale di anni (primo riconoscimento del suo talento attoriale e autorale primo posto al Premio Scenario nel 1987), camaleontico, dallo stile visionario, sul palco ha avuto la capacità di raccontare, attraverso una gestualità essenziale, situazioni e immagini rievocandole con l’ausilio di uno stile di scrittura sobrio e di grande impatto. Attore, regista teatrale e autore teatrale e televisivo, Paolo Migone ha usato come filtro, anche ieri sera, la sua comicità corrosiva, la sua inimitabile mordacità toscana che caratterizza uno stile inconfondibile. Il suo argomento preferito è stato l’eterno gioco fra uomini e donne che, pare, fornirgli spunti creativi inesauribili con un occhio sempre attento ai costumi contemporanei, alla realtà del suo tempo. Le sue verità, il suo punto di vista sono passati attraverso il clima surreale che Migone riesce magicamente a ricreare in ogni sua esibizione. Completamente spettinato, Migone ha un carattere orgogliosamente “teatrale”. Ha voluto una scenografia (essenziale ma elaborata), un progetto luci curato, una colonna sonora puntuale. Migone è noto perché, tra i comici che frequentano la tv, ha i tempi meno televisivi: non ama la battuta secca, utilizza lo spazio, usa e il corpo e la mimica. E’ arrivato in scena portandosi il mondo al guinzaglio, ma si è capito subito che a tirare il guinzaglio è il mondo e non lui. Ha l’aria di uno che non ha nessuna voglia di obbedire ma che, malgrado tutti i suoi sforzi, sta scivolando sempre più nel tritacarne in cui si è trasformata la vita di tutti i giorni. In che modo? Vestendo ora i panni del clown ora quelli del mimo, passando dai toni poetici ai toni comici tipici di un autentico livornese. “La sua grande verve – afferma ancora Carpentieri – ha fatto trascorrere una serata indimenticabile a chi ha avuto la fortuna di assistere ad una performance teatrale e umoristica di altissimo livello”.
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