Solidarietà espressa da Confindustria a Giovanni Cartia. Condanna per l’increscioso tentativo di rapimento al Presidente della BAPR

Confindustria Ragusa, appresa la notizia degli ordini di custodia cautelare emessi nei confronti di 7 componenti la Stidda di Caltanissetta e un ex BR, che avevano sciaguratamente pianificato il sequestro del Presidente della Banca Agricola Popolare di Ragusa, esprime profonda solidarietà al Dr. Giovanni Cartia e alla sua famiglia, e condanna l’increscioso tentativo di portare in Provincia di Ragusa la tragedia di un gesto inaudito di efferata criminalità organizzata.  Il Presidente dell’Associazione, Enzo Taverniti, esprimendo la comune preoccupazione dell’imprenditoria provinciale ragusana per ciò che stava per compiersi, manifesta gratitudine e pieno apprezzamento nei confronti della Procura di Caltanissetta, coordinata dal Dr. Sergio Lari, dell’aggiunto Domenico Gozzo, e del sostituto della Direzione distrettuale antimafia, Nicolò Marino, che seguendo da tempo la vicenda – grazie alle segnalazioni di alcuni collaboratori di giustizia e all’utilizzo del prezioso strumento delle intercettazioni ambientali, avviate per effettuare indagini che non riguardavano la mafia – hanno saputo agire con tempestività e prevenire il peggio. Il pronto intervento dei Carabinieri di Gela, cui l’Associazione esprime compiacimento, ha bloccato per tempo il criminoso tentativo, impedendo che tutta la popolazione ragusana potesse subire questo gravissimo colpo.   Evidenziando la necessità di continuare a tenere alta l’attenzione in un momento in cui la recrudescenza dei fenomeni criminali, anche in forme non consuete e in una provincia finora rimasta ai margini dell’interesse mafioso, sembra piuttosto riaffermarsi, Confindustria Ragusa richiama tutte le imprese alla massima vigilanza e collaborazione nel sostenere l’amministrazione della giustizia e favorire il lavoro delle forze dell’ordine. Confindustria Ragusa, che sin dall’inizio ha aderito alla linea di contrasto alla mafia portata avanti dal sistema regionale, guidato dal Presidente Lo Bello, e che a Ragusa ha promosso iniziative di pubblico confronto sui problemi della legalità, auspica che del problema emerso vogliano prendersi carico le autorità di governo, regionale e nazionale, considerata l’intenzione di Cosa Nostra di entrare nel business dei sequestri, e le connessioni che alcuni dei fermati avevano in altre regioni italiane, come la Puglia e la Lombardia, quindi anche al Nord.
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