"Doveva essere la convention di Concetta Vindigni, ma sin da prima dell’arrivo dei “big” era chiaro che tutti attendevano il discorso di Peppe Drago. Quella di lunedì sera infatti è stata una vera e propria adunata di tutto l’Udc ibleo. Lo scranno da conquistare al Parlamento di Strasburgo è stato messo in secondo piano da Peppe Drago e dalla sua prima “uscita” pubblica dopo la condanna in Cassazione. Prova ne sia che, alla presentazione “all’americana” del segretario provinciale Pino Lavima, si è alzato il coro “Peppe-Peppe”, con tutta la sala in piedi ad applaudire. Che si trattasse del “Drago day” lo ha testimoniato la presenza anche dei fratelli del deputato, anche di quelli “mai visti” in politica. “L’Udc è con te Peppe” lo ricorda a gran voce Lavima che poi sottolinea: “l’Udc c’è e ci sarà, capito Riccardo Minardo?”. Ed al parlamentare autonomista arrivano anche le urla di un euforico Orazio Ragusa che annuncia il “Resisteremo” e minaccia: “nessuno si accaparri i meriti di quanto fa l’Udc, come nel caso della legge regionale sull’agricoltura. E’ nostra!”. Sul podio segue il presidente Antoci che, con la moderazione nota, invita alla “forza ed alla coerenza” e, riferendosi al caso Drago, parla di “esemplare e sospetto tempismo”. E’ il turno di Concetta Vindigni, “amica fiera di Peppe” e candidata “verso una Europa che è a portata di mano. Sarà il gioco di squadra a farci vincere ed a portare benefici a questa terra, come accadde – ha ricordato – quando fui presidente della provincia”. E’ di Pippo Gianni l’intervento-assist. L’Assessore regionale all’Industria autodefinitosi “il migliore degli ultimi 15 anni”, parla della sua attività a Palermo, attacca l’Mpa utilizzando Voltaire: “la voglia di apparire ed il non sapere ciò che si dice, fanno di Riccardo Minardo quello che è”, ma soprattutto parla di Peppe Drago. “E’ il faro della politica” dice Gianni, uno che, come Drago, ha trascorso momenti difficili “e Peppe allora c’era. Adesso io sono qui per lui”. Si congeda citando San Paolo: “la notte è già passata, un bel giorno sta per arrivare”. Applausi, l’abbraccio tra Gianni e Drago ed il baffo di quest’ultimo che si incurva all’in giù, in un volto rosso percorso dalle lacrime. Si piange anche in prima fila. Il sentimento lascia spazio alla giurisprudenza. Parla Giuseppe Mineo, docente di diritto privato all’Università di Catania. “E’ una sentenza politica e non giuridica. In Italia – dice Mineo – siamo tutti in libertà vigilata”. Arriva il momento atteso. Sale Drago sul podio. Guarda negli occhi di ciascuno e ciascuno guarda i suoi occhi. E’ un rapporto diretto, padre-figli. “Occorre continuare a lavorare – apre -. Questa terra ha bisogno di noi. Concetta è ad un passo dal farcela”. Si passa alle confessioni a cuore aperto: “Quei fondi riservati del Presidente, li ho spesi, senza rendicontarli. Come si fa a rendicontare una somma data ad un precario che minacciava di darsi fuoco? O quella data ad un gruppo di disoccupati che occupa un Comune o ad una famiglia per acquistare un macchinario per la figlia disabile o dati ad una ragazza cieca per un sistema braille? So perchè mi hanno colpito, ma non voglio dirlo. Di certo sono stato il primo presidente a “toccare” la burocrazia regionale. Non mi dimetto da Parlamentare. Voglio andare fino in fondo, e lo faccio per voi”. Applausi e abbracci.
MODICA. L’on. Peppe Drago: “Concetta Vindigni a un passo dal seggio. Io continuo, tra la gente”
- Maggio 19, 2009
- 3:42 pm
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