OPERAZIONE ANTIDROGA. MODICA, IN DUE SCELGONO IL PATTEGGIAMENTO

Hanno scelto la strada del rito alternativo del patteggiamento due delle quettro persone arrestate dalla polizia nel mese di aprile del 2008 nel corso di un’operazione antidroga. Giuseppa Bombardamento, 28 anni, modicana, patrocinata dall’avvocato Giovanni Favaccio, e Giovanni Di Mauro, 29 anni, difeso dagli avvocati Natale Di Stefano e Giovanni Giuca, saranno processati dal Gup del Tribunale di Modica, Maurizio Rubino, il prossimo 26 novembre. Nella fase preliminare il quarantenne Corrado Giglio, originario di Rosolini, convivente della Bombardamento, attraverso gli avvocati Ivan Pediliggieri e Salvatore Citrulla, aveva preferito patteggiare la pena. Processo ordinario, invece, per Piero Puglisi, 32 anni, di Rosolini, sempre in novembre. L’ accusa è di detenzione ai fini di spaccio di sostanza ad stupefacente. L’operazione partì dal centro aretuseo e si concluse a Marina di Modica. Probabilmente ci fu una “soffiata” perché le forze dell’ordine pare sapessero dell’arrivo di un grosso quantitativo di canapa indiana per essere immessa nel mercato droga modicano. In tal senso, Giglio e la Bombardamento erano stati individuati quali corrieri che avrebbero dovuto ricevere la “roba” proprio da Puglisi e Di Mauro che erano, a loro volta, interessati a rifornire il mercato di Modica per il tramite dei due conviventi. Dopo un lungo pedinamento della coppia che si era recata a Rosolini, aveva incontrato i due rosolinesi. I quattro, prima si portavano in una strada sterrata di Rosolini, poi, dopo alcuni minuti, ripartiva verso Marina di Modica a bordo di due veicoli diversi una Rover 214 seguita da Lancia Y che si manteneva a debita distanza fino al luogo convenuto, cioè Piazza Donatello, nella frazione balneare modicana. Qui, dopo una serie di giri tra le auto in sosta, i quattro parcheggiavano e nel momento in cui avveniva lo scambio di una busta di plastica scattava l’operazione della polizia.. All’interno della busta erano stati rinvenuti quattro panetti di canapa indiana avvolti in cellophane riportante una scritta in lingua straniera. Alla donna nell’ immediatezza erano stati concessi i domiciliari per accudire al figlio minorenne, successivamente era stata rimessa in libertà con l’obbligo di dimora.

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