“Architetti iblei – La Professione” Chiude i battenti domani la sesta mostra di realizzazioni e progetti Mincio: “L’architetto? Un umanista colto che lega connessioni di varia natura”

Chiude i battenti domani, domenica 14 giugno, la mostra di realizzazioni e progetti “Architetti iblei-La Professione” che, in queste ultime due settimane, è stata allestita presso la sala Borsa della Camera di commercio, in via Natalelli a Ragusa. Promossa dall’Ordine degli architetti di Ragusa, la mostra, giunta alla sesta edizione e aperta dalle 18 alle 22, ha offerto uno spaccato della professione nell’area iblea, con elaborati progettuali che raccontano l’attività svolta dai professionisti in questi ultimi tre anni (la precedente edizione della mostra, infatti, si era tenuta nel 2006). La partecipazione di numerosi visitatori ha permesso di stimolare il dibattito sulle tante tematiche che riguardano da vicino la conservazione del territorio piuttosto che l’adattamento di nuove strategie progettuali che si innestano da vicino sullo stesso. “Abbiamo assistito, negli ultimi anni – dice il presidente provinciale dell’Ordine, Pietro Paolo Mincio – ad una fase in cui l’architettura ha riguadagnato lentamente, ma con determinazione, il centro della scena, ruolo che le compete assolutamente. Un architetto pensa, infatti, alle famiglie, allo sport, alla cultura, alla vita quotidiana dei quartieri e dei mercati. E deve farlo insieme a coloro che lo circondano. Deve riuscire a coordinare i desideri dei committenti e le loro piccole follie con le esigenze costruttive, la qualità dei materiali e non deve perdere di vista il ruolo sociale della propria professione: attenzione allo sviluppo urbano, alla trasformazione dell’ambiente, alla qualità della vita. Un architetto, insomma, è e deve essere tante cose insieme e di certo non è possibile enumerarle e mummificarle in poche righe, in una fredda definizione. Di certo un architetto non è un “tecnico” che mette a riga e squadra le idee del proprio committente, non è un venditore di idee, non è un esperto di leggi e leggine per realizzare più metri cubi in meno metri quadri. Soprattutto un architetto deve essere, ad onta di quanti vogliono farci intraprendere la via del tecnicismo esasperato e delle specializzazioni, un umanista colto che riesca ad organizzare connessioni di varia natura non sempre evidenti e usuali, che sappia coordinare l’azione di diverse figure professionali. Ed è questo che emerge dalla mostra che abbiamo allestito, questo che emerge dai lavori che i nostri colleghi, scommettendosi con se stessi e con il pubblico, hanno voluto presentare al giudizio degli altri”. Vincenzo Pitruzzello, uno dei curatori della mostra assieme a Nisveta Kurtagic Granulo e a Maria Grazia Stramondo, ricorda poi come “coloro che hanno riempito di contenuti questo avvenimento lo hanno fatto anche per misurarsi in senso costruttivo e positivo con gli altri colleghi. Dal confronto c’è sempre da imparare, da apprendere nuove prospettive e visioni. In provincia di Ragusa sono quasi seicento gli architetti iscritti all’Ordine. E’ un buon numero – continua Pitruzzello – che mette in luce le qualità di una realtà professionale in costante crescita ed evoluzione d’idee. Riteniamo che la sesta edizione della mostra, più delle altre, abbia permesso di segnare la demarcazione esistente tra un modo di concepire l’architettura come una disciplina in qualche modo artistica e la necessità di una funzionalità che ha bisogno di essere messa in campo per poter diventare pienamente apprezzata dai committenti”.
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