Messina – La procura ha emesso 6 informazioni di garanzia nell’ambito di una inchiesta aperta nei confronti delle 2 gestioni del Consorzio Autostrade Siciliane. Ad essere iscritti nel registro degli indagati Nino Minardo e Patrizia Valenti

Sei avvisi di garanzia per l’inchiesta sul Consorzio Autostrade Siciliane, tra cui spiccano i nomi degli ultimi due ex presidenti, quello del modicano Nino Minardo, attuale parlamentare del Pdl, e della siracusana Patrizia Valenti, da poco sostituita da un commissario, Manlio Munafò. Gli avvisi sono stati spiccati dal titolare dell’inchiesta, il Sostituto Procuratore della Repubblica di Messina, Vincenzo Cefalo, per abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio per tre diverse vicende. Oltre a Minardo e Valenti, nei confronti dei quali si potrebbe parlare, allo stato, di atto dovuto nella loro qualità, sono coinvolti i membri del CdA Carmelo Torre, Angelo Paffumi e Giuseppe Faraone, ed il funzionario dell’ente Felice Siracusa. Nel caso del parlamentare modicano la lente si è concentrata in una delibera adottata dal Cas il 20 settembre del 2007 per la nomina dell’ingegnere Vincenzo Pozzi, a direttore generale del Cas, nomina non votata da Dario La Fauci, Luigi Ragno e Ferdinando Cammissuli poiché non sarebbe stata esaminata nessun’altra candidatura. Riguardo l’omissione di atti d’ufficio, configurato come rifiuto, Minardo, Torre, Paffumi e Faraone, nella stessa vicenda, non avrebbero tenuto conto di una sentenza del Tar del 2006 con cui si obbligava il Consorzio a procedere all’approvazione della graduatoria del concorso interno per titoli, proprio per coprire il posto di dirigente generale, e quindi anche la determina del commissario ad acta del maggio 2006 che aveva approvato la graduatoria. Nei fatti Pozzi non sarebbe stato nominato direttore generale ma ebbe un incarico del tipo co.co.co, per un anno con l’obiettivo di coordinare alcuni aspetti del consorzio. La Valenti, dal canto suo, si sarebbe rifiutata di eseguire un provvedimento del Tar di Catania che le imponeva l’assunzione immediata dell’avvocato Olivia Pintabona a direttore generale nonostante la diffida. Nino Minardo, contattato, non ha voluto rilasciare dichiarazioni anche perché allo stato non ha ricevuto alcun avviso. La Valenti ieri non è stata reperibile.

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