Droga, i fratelli Iacono, di Vittoria, arrestati a Milano

Usavano le palazzine di un’intera strada di San Donato, via Di Vittorio, come quartier generale per organizzare lo spaccio, far arrivare stupefacenti e dividerli tra i pusher. Una via cieca che nella notte tra mercoledì e giovedì è stata blindata da oltre 60 carabinieri, impegnati nell’operazione «Nemico Pubblico», per l’esecuzione delle custodie cautelari ordinate dal gip di Milano. Sono otto le persone arrestate dai carabinieri di San Donato Milanese, e tre le ordinanze di custodia cautelare in carcere disposte dal gip milanese su indicazione della procura distrettuale antimafia, a conclusione di indagini specifiche scaturite da una precedente operazione antidroga denominata «Presidente», dal nomignolo dato al capobanda Antonio Popolizio. L’indagine aveva visto coinvolto anche un assistente della polizia penitenziaria in servizio a San Vittore. Gli appartenenti all’organizzazione, tutti disoccupati, grazie allo spaccio avevano un altissimo tenore di vita e non si facevamo mancare nulla, dalle auto lussuose agli abiti griffati, dalle scommesse ippiche alle prostitute a domicilio.
ARRESTI E ORDINANZE – In carcere sono finiti Marco Iacono, 39 anni, considerato l’attuale capo dell’organizzazione che, secondo l’accusa, controllava un vasto giro di spaccio, e suo fratello Salvatore, 41 anni. Le ordinanze sono scattate anche per Massimo Iacono, già detenuto ad Opera, Alfio Giglitto, siracusano di 31 anni, e Omar Lanzillotta, 33 anni (il vice del «Presidente» Popolizio), entrambi detenuti a San Vittore. Era libero ed è tornato in carcere il nipote degli Iacono, Giuseppe Ferma, 23 anni, già arrestato nel marzo 2008 per la detenzione di una pistola semiautomatica. Il gruppo criminale, che aveva «occupato» un’intera strada a San Donato facendone il proprio comando strategico e logistico, è ritenuto vicino alla famiglia malavitosa dei Dominante-Carbonaro, che fa parte della cosiddetta «stidda»: la madre degli Iacono, infatti, è stata arrestata per aver coperto la fuga di alcuni membri della cosca mafiosa gelese latitanti dopo una rapina.
SPACCIO IN GRANDE STILE – I carabinieri hanno arrestato anche altri elementi di secondo piano dell’organizzazione: Jilderin Agai, 25 anni, albanese, Matteo Mangatia, 30 anni, fiorentino residente a Milano, Matteo De Luca, 23 anni, Giuseppe Ciaramella, napoletano di 23 anni, Franco Putzolu, 25 anni. Le indagini si sono sviluppate grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno consentito ai carabinieri di ricostruire sia l’organigramma dell’associazione che le modalità di importazione dello stupefacente e la conseguente spartizione con i «cavallini» e i pusher della zona. Proprio durante le intercettazioni i militari hanno capito che l’associazione era in grado di procurarsi armi oltre che droga, così come era stato dimostrato nel 2008 con l’arresto del 23enne Giuseppe Ferma, in possesso di una 7,65 con la matricola abrasa. Durante il blitz di mercoledì notte, i carabinieri hanno trovato involucri vuoti di panetti di hashish capaci di contenere circa 3 chili di stupefacente e 100 grammi di sostanza che è stata sequestrata assieme ad alcune piantine di marijuana, materiale per il confezionamento delle dosi e bilancini di precisione.

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