MODICA. IL FIGLIO FREQUENTA REGOLARMENTE LA SCUOLA ELEMENTARE MA LUI E’ CLANDESTINO. SCOPERTO ADESSO DEVE RIENTRARE CON MINORE IN MAROCCO

Il papà clandestino, il figlio minore regolarmente iscritto a scuola dove è stato appena promosso in quarta elementare. Adesso il ragazzino, 9 anni, dovrà ritornare in Marocco, abbandonando studi, compagnetti e l’ambiente dove è vissuto e, addirittura, nato, perchè il padre, nel frattempo, è stato “colpito” da decreto di espulsione con obbligo di lasciare l’Italia entro cinque giorni. L’uomo, R.D., 35 anni, era arrivato con la moglie una decina di anni fa. Era nato il bambino, poi la coppia si era separata e si era trasferita nel Nord Italia. Il bambino era rimasto con il padre che era in possesso di regolare foglio di permesso ed era stat regolarmente iscritto a scuola, presso l’Istituto Comprensivo “Emanuele Ciaceri”. Frequentava il Plesso di Corso Garibaldi. Tre anni fa il marocchino fu coinvolto in una rissa ed arrestato. Fu anche condannato nel 2005 scontando circa un anno di detenzione e, dunque, fu raggiunto dall’ordine di espulsione visto che la condanna faceva decadere il permesso di soggiorno. L’Istituto, dal momento della prima iscrizione, non aveva più chiesto la presentazione del permesso di soggiorno, probabilmente perchè il minore era nato a Modica e perchè al momento della prima iscrizione i genitori erano in regola. Sta di fatto che il padre non lasciò l’Italia e, clandestinamente, ha continuato a vivere a Modica e a mandare il figlioletto a studiare. “L’uomo non è stato arrestato – spiega il dirigente del Commissariato, Maria Antonietta Malandrino – perchè altrimenti il figlio minore sarebbe rimasto senza nessuno e nei suoi confronti si sarebbero aperte le porte del Centro di Prima Accoglienza. In questo modo rimarrà con il padre e tornerà in Marocco”. La nuova espulsione è stata determinata da fatti denunciati da un connazionale, con il quale c’erano vecchie ruggini. Problemi personali che non riescono a sanarsi e che hanno indotto l’uomo ad andare oltre il lecito. Spinto dalla rabbia, infatti, avrebbe dato fuoco al portone di casa della controparte che ha risposto, invece, denunciando il fatto alla polizia. Sono così scattate le indagini che hanno portato a scoprire lo stato di clandestinità del marocchino, sul quale pesava un decreto di espulsione dal territorio italiano. Secondo la denuncia presentata dal connazionale, i problemi tra le parti non riuscivano a sanarsi tant’è che R.D, negli ultimi tempi si sarebbe spinto oltre fino a minacciarlo. Non contento, nei giorni scorsi, avrebbe dato fuoco al portone della sua casa. Da qui avrebbe deciso di presentarsi presso il Commissariato di Via Cornelia, facendo scattare le indagini che per il marocchino hanno messo la situazione in malo modo visto che è emersa la sua clandestinità e l’inottemperanza alla Legge “Bossi-Fini”.

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