Togliete il nome di nostro nonno dal torneo Endas». Luana e Piero Tasca, due giovani sciclitani, nipoti di quel Pietro Gino Tasca cui è intitolato il torneo di calcio amatoriale Endas che si tiene ogni anno il polivalente di Jungi, chiedono agli organizzatori di non usare più il nome del nonno se le condizioni di sportività del torneo permarranno ai livelli della stagione appena conclusa. «Un increscioso episodio si è verificato durante la premiazione del 19° Torneo intitolato a mio nonno – scrive Piero Tasca -. Il torneo, da 19 anni a questa parte, è stato intitolato a mio nonno che si era sempre interessato allo sport inteso con la "S" maiuscola, fatto di spirito collaborativo e soprattutto di rispetto per gli uomini e le cose. Negli ultimi anni invece, e soprattutto in quest’ultimo, questi requisiti sono venuti a mancare e la cosa è stata palese anche nella premiazione finale. Quest’ultima infatti è diventata solo l’ennesimo teatrino per far "sfilare" in passerella le "autorità"».
Di seguito le lettere di Piero e Luana Tasca.
"Prima di dare spazio alla lettera scritta dalla diretta interessata della vicenda, in quanto lei la persona che doveva consegnare il trofeo, desidero fare una breve introduzione per far meglio comprendere cosa è successo giorno 4 Luglio durante la premiazione del 19° Torneo “Tasca Pietro Gino” e 29° Torneo Endas. Il torneo, da 19 anni a questa parte, è stato intitolato a mio nonno che si era sempre interessato allo sport inteso con la “S” maiuscola, fatto di spirito collaborativo e soprattutto di rispetto. Negli ultimi anni invece, e soprattutto in quest’ultimo, questi requisiti sono venuti a mancare e la cosa è stata palese anche nella premiazione finale. Quest’ultima infatti è diventata solo l’ennesimo teatrino per far “sfilare” le “autorità”. È stato infatti dato ampio spazio per parlare al nostro “amato” sindaco Venticinque (nonché padre del vincitore del torneo), all’Onorevole Ragusa, al consigliere provinciale Galizia, al consigliere provinciale Ficili e persino al consigliere comunale Venticinque (sarà un caso che siano tutti appartenenti alla stessa corrente politica?) ma nessuno e sottolineo NESSUNO si è preso il disturbo di far parlare noi della famiglia per poter almeno ricordare il perché di questo trofeo e perché fosse intitolato alla memoria di mio nonno. Non hanno fatto altro che dare in mano il trofeo per cinque secondi a mia sorella che se lo è visto strappare di mano da un gruppo di “scalmanati” (25 jr in testa) che ci hanno lasciato li senza poter dire nulla e andando ognuno per la loro strada. Capisco l’ardore della vittoria ma… così è veramente troppo. Non si organizza così una premiazione e, soprattutto, si è vista una vera e propria mancanza di rispetto. Detto ciò lascio che la lettera di mia sorella dica il resto… Piero Tasca
Vincere solo per apparire… Iniziando questo articolo ho in mente il volto “baffuto” di mio nonno, anche se è andato via quando io ero piccola e non l’ho potuto avere accanto nei momenti della mia vita. Da 19 anni, io (fin quanto posso ricordare), e soprattutto mio padre e mio fratello, hanno avuto la gioia di portare avanti il nome di mio nonno “Tasca Pietro Gino” in un torneo di calcio. Purtroppo da pochi anni e specialmente quest’ anno, il torneo non si vive più con lo spirito collaborativo e di gioco di una volta, ma soltanto con la voglia di arrivare alla fine, vincere e mettersi in evidenza davanti a tutto il paese. Durante tutte le premiazione passate, c’è stato il rispetto per lo spirito del torneo e soprattutto per la persona a cui è dedicato. Quest’anno più che mai, mi sono accorta personalmente che gli sciclitani non meritano più, ma soprattutto il nome di mio nonno non merita di essere ricordato così. È stata una cosa obbrobriosa, sono uscita dal campo disgustata e delusa, non ci si comporta in questo modo, non si organizzano così le cose, non si vince solo per apparire. Penso di poter dire pubblicamente, a nome di tutta la mia famiglia e di tutte le persone che conoscevano mio nonno, che il prossimo anno non esisterà più il “Trofeo Tasca Pietro Gino”, che lo chiamino come vogliono, ma non così.
Luana Tasca