INCHIESTA SUI CANI KILLER DI PUNTA PISCIOTTO. IL COMANDANTE LA POLIZIA MUNICIPALE DI SCICLI CHIEDE INCIDENTE PROBATORIO

Uno degli undici indagati nel primo dei due tronconi dell’inchiesta sui cosiddetti “cani killer” chiede l’incidente probatorio per cui automaticamente si sospende ogni atto ripetibile. E’ stato il comandante la polizia municipale di Scicli, Franco Nifosì, attraverso il suo difensore, l’avvocato Emanuele Gulino, a formulare al Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Modica, Maria Letizia Mocciaro, questa procedura evidentemente per chiarire nell’immediato la propria posizione e fornire atti e prove che lo scagionino dalle accuse. Come si diceva, questo passaggio blocca ogni altra procedura compreso l’affidamento dell’incarico peritale al professore Michele Panzera, Ordinario di Etologia Veterinaria e Benessere degli animali dell’Università di Messina, per stabilire se la tragedia potesse essere evitata, incarico che doveva essere conferito venerdì e che, dunque, slitterà anche perchè alla luce di questa novità ogni passaggio dovrà essere, a questo punto, espletato in forma di incidente probatorio. Com’è oramai noto, oltre a Nifosì ci sono altri dieci indagati in questo primo troncone(nell’altro sono otto complessivamente)e cioè il sindaco, Giovanni Venticinque, che risponde di lesioni relativamente all’aggressione subita dalla giovane turista tedesca, due giorni dopo la tragedia del piccolo Giuseppe Brafa e poi il comandante della stazione dei carabinieri di Sampieri, Giuseppe Agosta, quest’ ultimo in riferimento alle presunte omissioni registrate già nell’ agosto 2008, quando i cani aggredirono in maniera lieve una villeggiante, l’ingegnere del comune di Scicli Salvatore Calvo, il geometra comunale Giuseppe Pisana, l’operaio Carmelo Burletti e l’ assistente sociale Patrizia Di Stefano, quest’ultima per le relazioni a suo tempo stilate per far luce sulla situazione in cui versava Virgilio Giglio, i medici veterinari dell’Ausl 7 Roberto Turlà, Antonino Avola e Saverio Agosta. Questi ultimi tre indagati rispondono del famoso sopralluogo eseguito ad agosto nel casolare di Giglio, ancora sotto sequestro giudiziario, dopo la denuncia sporta dalla villeggiante azzannata dai randagi ad una gamba.

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