Carica emotiva eccezionale nella seconda giornata del DonnaFugata FilmFestival. La suggestione arriva ieri sera, durante la visione del documentario Padre nostro del catanese Carlo Lo Giudice, interpretato e prodotto dall’ideatore dell’evento cinematografico siciliano, Salvatore Schembari, sul grande schermo in compagnia del padre Vannino. Gli astanti hanno tributato al film dieci minuti di applausi. Tant’è che lo stesso regista è apparso sorpreso. “ Vi ringrazio – ha detto Lo Giudice –, questa proiezione mi ha fatto capire il valore reale del mio lavoro. Qui ho provato sensazioni impreviste. Sono le stesse che ho inseguito durante le riprese”. Francesco Calogero, uno dei consulenti del festival, non ha dubbi: “Padre nostro è un grandissimo film che racconta una “storia d’amore simbiotica tra padre e figlio”. Il documentario segue la quotidianità di Vannino, 90 anni, e del figlio Salvatore, 50. I due vivono insieme. Insieme dormono, mangiano, si lavano. Se Vannino soffre di un insistente prurito, Salvatore lo gratta. Salvatore prepara da mangiare, taglia la barba a Vannino, lo porta con sé alle mostre d’arte. Se Vannino si ammala, Salvatore se ne prende cura. E quando il padre guarisce, il figlio lo porta in campagna e raccoglie dei frutti per lui. Il film ha richiesto due anni di preparazione, per rispettare tempi psicologici particolari, sia dei protagonisti che dell’autore, spesso loro ospite. "I tempi di Vannino hanno determinato lo stile asciutto del mio film", dichiara il regista. Il quale, dalle 70 ore di girato collezionate durante la produzione, ha montato i 40 minuti definitivi. Oggi, martedì 28 Luglio, alle 11, nella Sala del Trappeto, era in programma, per la sezione Cineclub Acquario. Elio Petri, la visione di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto del regista romano. Si tratta di una pellicola premiata con l’Oscar per il miglior film straniero. All’uscita del film Giovanni Grazzini, sul Corriere della Sera, sottolinea la “grande maturità di linguaggio con cui è costruito. L’opera rivela un taglio asciutto. Petri si giova d’un’ottima interpretazione di Gian Maria Volonté e di Florinda Bolkan. Mentre a quest’ultima sta a pennello la parte dell’amante che gioca alla cronaca nera, Volonté costruisce il suo poliziotto con grande bravura, riuscendo a far coincidere in un ritratto memorabile i connotati psico-somatici del personaggio e dell’interprete. Nel coro, benissimo affiatato, delle figure di contorno fa spicco, naturalmente, Salvo Randone”. Alle 15, nella stessa sezione era prevista la proiezione di uno dei capolavori del cinema di tutti i tempi, La corazzata Potëmkin di Sergej M. Ejzenstejn. Mario Gromo, su La Stampa, nel 1957 si occupa del tempo cinematografico di Ejzenstejn che, secondo il critico “diventa, effettivamente, più lungo di quello reale, e svela tutta una sua ricchezza di effetti plastici e dinamici. Il grande regista russo concepì infatti la composizione del suo film come un conflitto di piani, e persino di toni; e il drammaticissimo realismo del Potiomkin è al di sopra d’ogni concezione naturalistica, vitale. Riprova della potenza di un autentico stile”. Dopo l’omaggio all’acquario John Travolta, con la visione di Face/Off di John Woo, è la volta di InSegno Cinema, le master class dei protagonisti dello schermo, incontro-lezione di cinema del regista Nello Correale. Alle 20 per omaggiare François Truffaut nel venticinquennale della morte, è prevista la presentazione del libro Il ragazzo salvato di Mario Serenellini. Alle 21,30, Correale mostra il suo documentario: The Talking Tree. Per la sezione L’isola come set/doc, alle 22.30 sarà proiettata l’Intervista a Gianfranco Mingozzi, girata nel 1965 da Sebastiano Pennisi. Alle 23.30, sarà reso omaggio a Leonardo Sciascia, nel ventennale della scomparsa. Saranno proiettati i documentari Col cuore fermo Sicilia, dello stesso Mingozzi; Radiografia della miseria di Piero Nelli; La Sicilia vista dal cielo di Folco Quilici. Infine, La grande sete di Mario Mida Puccini. Nel Cortile Grande del Castello, è prevista la visione del secondo episodio di Apnea, thriller di Andrea Traina. Alle 21,15, prosegue l’omaggio a Truffaut. Vengono proposti, in rapida successione, tre indimenticabili capolavori dell’inventore della Nouvelle Vague. Si parte con La sposa in nero, interpretata da Jeanne Moreau. È la storia di una sposa resa vedova il giorno delle nozze, che si vendica eliminando uno ad uno i cinque responsabili del delitto. Più che l’intrigo convenzionale il regista cerca di rispecchiare quel tanto di fiabesco che scaturisce dal principio di enumerazione; e soprattutto la sensazione di incubo notturno che caratterizza i romanzi di Irish. Poi è la volta di Jules e Jim, film in cui figura ancora una volta la Moreau. La pellicola è tratta dall’omonimo romanzo di Henri-Pierre Roché, e racconta il ménage à trois più celebrato della storia del cinema. In chiusura di serata, nell’Arena del Castello, visione di Effetto notte, interpretato dallo stesso regista francese. Come scrive Morando Morandini nel suo Dizionario dei film, si tratta di un’opera “traboccante d’amore per il cinema, che nell’autore coincide con l’amore per la vita. E’ una sintesi felice dei temi e dei modi che attraversano i suoi 12 film precedenti. Pur costruito su incastri e incroci, ricco di citazioni, autocitazioni, allusioni, è un film che viaggia come un treno nella notte. Un successo internazionale. Oscar per il miglior film straniero”.
GRANDE EMOZIONE AL DONNAFUGATA FILM FESTIVAL. Pubblico in piedi: dieci minuti di applausi per Padre nostro di Carlo Lo Giudice, documentario interpretato da Salvatore e Vannino Schembari Stasera l’omaggio a François Truffaut e a Jeanne Moreau
- Luglio 28, 2009
- 9:22 pm
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