Aumentano di sette volte i costi dei suoli nelle aree industriali di Ragusa. Stornello: non si era mai visto un ente pubblico fare speculazione. Le associazioni di categoria impugnino il decreto

L’assessore regionale all’Industria Venturi ha firmato il decreto che aumenta i costi di assegnazione dei lotti ricadenti nelle aree industriali della Sicilia. All’ASI di Ragusa il costo per metro quadrato passerà dagli attuali tre euro e ben venti euro. Il decreto, che per diventare operativo aspetta di essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, fa salve solo le pratiche di assegnazione in itinere, quelle cioè facenti parte di graduatorie già compilate. Il consigliere generale del Consorzio ASI di Ragusa Gianni Stornello critica la decisione dell’assessore Venturi, considerandola grave e dannosa per le aziende, chiamate a contribuire finanziariamente a quella che Stornello considera una vera e propria speculazione da parte della pubblica amministrazione. “Non si era mai visto – dichiara Stornello – che un ente pubblico facesse operazioni speculative a danno di privati. E’ quello che succederà con l’entrata in vigore del decreto dell’assessore all’Industria che fa crescere di sette volte gli oneri per il conferimento di suoli da parte dell’ASI di Ragusa. Questi suoli – spiega il consigliere Stornello – sono oggi ceduti allo stesso prezzo di esproprio, tre euro a metro quadro. Passando questo costo a venti euro, la pubblica amministrazione lucrerà la differenza di diciassette euro, compiendo una speculazione senza precedenti a danno delle imprese. L’attuale momento di crisi – afferma Stornello – implicherebbe misure di ben altro segno. Ed invece il governo regionale passa con estrema disinvoltura dalla promessa non mantenuta della fiscalità di vantaggio, utile al nostro mondo produttivo, ad un’operazione speculativa finanziata dalle imprese e mirante a fare cassa. Tutto questo è inaccettabile e grave. Il Consorzio ASI di Ragusa era già intervenuto con documenti di protesta del Presidente e del Consiglio generale allorquando era stato paventato il provvedimento. Ora che c’è il decreto – dice Stornello – farebbero bene le associazioni di categoria a valutare la possibilità di un’impugnativa, l’unica in grado di dimostrare l’illegittimità e l’illogicità dell’atto”.