AGRICOLTURA IN CRISI IN PROVINCIA DI RAGUSA. IGNAZIO ABBATE CHIEDE LO STATO DI CALAMITA’

Il riconoscimento dello stato di calamità dell’intero territorio ibleo e per tutti i comparti agricoli; il disagio provocato alle aziende scaturito dalle condizioni atmosferiche dei mesi invernali, le continue piogge abbondanti, i venti sciroccali, gli attacchi fitopatici, hanno compromesso tanti raccolti in particolare le voglio segnalare la totale compromissione dell’allegagione dei frutti degli alberi di carrubo. Torna a sollecitare interventi alla Regione, il presidente della sezione Unsic di Modica e consigliere provinciale di Sinistra Democratica, il modicano Ignazio Abbate, in una nota all’assessore Cimino. ”Il territorio ibleo – dice – ha la maggiore concentrazione di piantagione di carrube della sicilia, dando alle nostre aziende agricole oltre che ingenti risorse economiche, danno occupazione a migliaia di lavoratori braccianti che vengono utilizzati quasi esclusivamente per la raccolta dei frutti. Da anni non si assisteva ad una così’ grave crisi produttiva che di fatto ha azzerato per il 2009 il raccolto, compromettendo in modo irreparabile i bilanci dell’aziende e ancor più provocherà una grave crisi occupazionale che metterà i braccianti nell’incapacità di raggiungere l’ottimale standar lavorativo, oltre al salario, compromette anche la copertura previdenziale per l’anno in corso”. Già gli uffici dell’I.P.A. di Ragusa, nei mesi scorsi hanno trasmesso all’Assessorato richiesta di declaratoria per l’intero territorio provinciale, causata dalle forti concentrazioni di piogge dei mesi invernali”. Abbate chiede, come rappresentante delle imprese e dell’intero territorio, di istruire tempestivamente gli adempimenti burocratici affinché venga riconosciuto lo stato di calamità a tutte le aziende agricole e anche quelle carrubimicole per l’annata 2009, facendo si di estendere i benefici previdenziali e oneri connessi sia come coltivatori diretti che come braccianti agricole a tutte le imprese, con il conseguente riconoscimento della riconferma delle giornate lavorative dei singoli braccianti riferite all’anno 2008. “Chiedo – aggiunge – che siano intrapre iniziative atte a risarcire i danni economici di queste aziende, con provvedimenti economici autonomi regionali non legati alle attuali leggi in materia di calamità che di fatto escludono le nostre aziende da qualsiasi forma di risarcimento perché vengono legati all’adesione delle singole aziende ai piani assicurativi, contestualmente la proroga dell’attuale legge scaduta il 19 luglio scorso al 31 dicembre prossimo sulle proroghe delle scadenze bancarie e fiscali agrari.

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