Vittoria. Fiera Emaia, la ricetta del rilancio Il presidente Prelati fornisce il suo punto di vista

“Nel corso dell’ultimo decennio le fiere sono cambiate. Lo scenario competitivo è mutato: nascono nuove fiere, altre scompaiono, altre ancora si indeboliscono o si rafforzano. Nelle aree del Paese in cui la Pubblica amministrazione è lungimirante, si verificano accorpamenti, fusioni, alleanze. Inoltre, è cambiato il concetto stesso di fiera, il formato e il modo in cui vengono costruite. Il tutto con una velocità inimmaginabile. Proprio per questo, le grandi fiere, ma anche le piccole se guidate in maniera perspicace, hanno iniziato a superare i confini degli spazi espositivi e dei padiglioni per aprirsi ed integrarsi con i luoghi della città. La fiera, oltre alla fondamentale qualità del progetto e dei prodotti presentati, deve stabilire un rapporto strategico ed intenso con la città”. E’ la lunga riflessione fatta dal presidente della sezione Ascom di Vittoria, Antonio Prelati, a proposito della realtà fieristica presente in città. “Per tutte queste ragioni, riteniamo, quindi, che Fiera Emaia e la città di Vittoria facciano parte della stessa medaglia, siano bisognose l’una dell’altra per garantirsi il reciproco successo. L’esperienza di alcune fiere fornisce tracce utili in questo senso. Infatti, il rapporto stretto che si stabilisce, attraverso la fiera, con la città attraverso gli eventi culturali e di comunicazione, permette di generare cambiamenti e benefici, non solo economici, per entrambe”. Prelati prosegue: “La fiera contribuisce così alla scoperta e alla valorizzazione di momenti, occasioni, luoghi, professionalità. Le attività consequenziali alla manifestazione fieristica diventano uno strumento di promozione sia per la fiera, sia per la città. In uno scenario che è cambiato e che sta continuamente cambiando emerge la necessità del riposizionamento della Fiera Emaia e di un confronto con le altre fiere del Sud del Paese. Mentre, la ricchezza della nostra città, in termini di offerta culturale, servizi interdisciplinari (moda, musica, arte e spettacolo, centro storico) è anch’essa da riprogrammare affinché le stesse diventino altre componenti del successo del sistema fieristico e viceversa. Per essere all’altezza della sfida competitiva servono spinte di sistema e dinamismo: serve una regia complessiva che metta da parte interessi ed egoismi individuali, evitando di disperdere forze. Una regia che individui strategie e programmi compatibili, programmi coordinati, qualificazione dei servizi complementari”. Secondo il presidente dell’Ascom di Vittoria, quindi, i nuovi indirizzi strategici della Fiera Emaia dovrebbero essere: azioni in termini di progetto; segmentazione delle manifestazioni; continua selezione ed innovazione del prodotto e del modo di esporre; dialogo tra i linguaggi: moda, design, arte, comunicazione, marketing, tecnologia. “Auspichiamo – aggiunge Prelati – che questo sia il futuro indirizzo manageriale che dovrà guidare la prossima Spa Fiera Emaia. Condividiamo quanto affermato dal presidente Salvatore Di Falco, in merito all’investimento del ricavato del ticket d’ingresso al mercato settimanale. Le somme dovranno concorrere a stabilire un rapporto strategico ed intenso con il centro storico ed il centro commerciale di Vittoria, attraverso la creazione di eventi culturali e di comunicazione, dovranno generare cambiamenti e benefici per l’Emaia e Vittoria”. “Un nostro rammarico – precisa ancora Prelati – è non aver potuto leggere lo statuto della Spa Fiera Emaia e non aver potuto conoscere il futuro piano industriale”.
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