“Gran parte degli aiuti comunitari a rischio di inaccessibilità per le imprese agricole dell’area iblea”. E’ il senso del forte grido d’allarme lanciato dal presidente provinciale di Confagricoltura, Sandro Gambuzza, che fa riferimento alla riduzione della anticipazione sul contributo concesso riguardante gli investimenti previsti nel Psr, il Piano di sviluppo rurale. “Ci attendevamo parecchio dai contenuti dei fondi europei, per sgravare il comparto da una situazione oggettivamente difficile – chiarisce Gambuzza – e invece dobbiamo prendere atto di come, a causa dell’attuale grave crisi di liquidità del settore, sia stata promulgata una norma intempestiva, contemplata dal Psr, che riduce a quasi un terzo la percentuale che l’imprenditore agricolo può incassare a titolo di anticipazione sul contributo ammesso a finanziamento. In particolare, tale anticipazione, che col Por 2000-2006 ammontava al 50% del contributo ammesso, nelle previsioni del Psr 2007-2013 viene ridotto ad appena il 20% creando ulteriori problemi finanziari alle imprese agricole già in difficoltà da un punto di vista della liquidità aziendale”. Confagricoltura Ragusa sta attivando una serie di iniziative che, in maniera unanime con le altre sedi territoriale siciliane, consenta di definire una strategia comune per evitare che il problema assuma, come purtroppo rischia invece di diventare, una dimensione eccessiva, tale da frenare auspicate azioni di rilancio di un comparto già fortemente minato da una crisi senza precedenti. “Il problema reale è che – aggiunge Gambuzza – in assenza di misure correttive che urgentemente si sollecitano da parte del Governo regionale, considerate, poi, le notevoli difficoltà di accesso ai fondi comunitari costituite da un notevole appesantimento burocratico, si aggiunge una ulteriore barriera di tipo finanziario. La nostra associazione di categoria auspica che la norma possa essere corretta e che non vengano tagliate le gambe alle prospettive di liquidità degli imprenditori agricoli della provincia di Ragusa. Se così fosse, le ripercussioni si continuerebbero a risentire su altri settori produttivi dell’area iblea. E, in un momento del genere, sarebbe davvero deleterio dover fare i conti con un’altra situazione difficile che metterebbe a repentaglio ogni possibilità di inversione di rotta del comparto che, nonostante tutto, ha continuato a far registrare numeri di rilievo rispetto a tutti gli altri settori produttivi iblei”.
Nella foto la sede di Confagricoltura in Via dei Mirti, a Ragusa