Confagricoltura Ragusa. Esenzione delle accise sul gasolio. Gambuzza: “Fuori mercato le nostre produzioni sotto serra”

Anche Confagricoltura Ragusa ha accolto con notevole preoccupazione la decisione della Commissione europea di dichiarare incompatibile, con la normativa comunitaria, il regime italiano di esenzione delle accise sul gasolio utilizzato per il riscaldamento delle serre. “I danni di questo provvedimento – dice il presidente provinciale, Sandro Gambuzza – possono essere irrecuperabili”. Nelle coltivazioni sotto serra, infatti, il riscaldamento incide tra il 15% ed il 20% sul totale dei costi aziendali e il ripristino dell’accisa metterebbe le produzioni locali in una posizione di assoluto svantaggio (già peraltro alle prese con costi di trasporto elevatissimi) rispetto a quelle europee ed extraeuropee; soprattutto se si considera che gli agricoltori di altre zone e degli altri Paesi europei hanno la possibilità di utilizzare energia elettrica e metano a costi bassissimi. Il provvedimento di Bruxelles suscita consistenti perplessità in Confagricoltura Ragusa, poiché le direttive in materia prevedono la possibilità di applicare un livello di tassazione fino a zero ai prodotti energetici e all’elettricità utilizzati nei settori dell’agricoltura, dell’orticoltura o della piscicoltura e della silvicoltura. Confagricoltura chiarisce, inoltre, con fermezza che il sistema di agevolazione di imposta per le coltivazioni sotto serra e per l’agricoltura in generale non rappresenta una novità, ma un meccanismo consolidato da circa 50 anni, che ha visto da sempre una modulazione della riduzione/esenzione delle accise a seconda dei settori e della tipologia di carburante; impostazione che riguarda anche gli altri settori produttivi. “Per la provincia di Ragusa – sottolinea Gambuzza – si tratterebbe di un danno notevole, che metterebbe definitivamente alle corde un comparto che sta cercando in tutti i modi di recuperare terreno. Come associazione datoriale di categoria auspichiamo, dunque, che l’Italia ricorra subito alla Corte di Giustizia della Ue, difendendo con determinazione gli interessi dei nostri imprenditori agricoli. Ci rivolgiamo ai nostri rappresentanti istituzionali e al Governo regionale perché intervengano a trovare una via d’uscita. Tutto ciò per sostenere l’attuale regime di esenzione, indispensabile per il settore, e per evitare che anche gli incolpevoli serricoltori ragusani siano chiamati a restituire la riduzione dell’accisa (variabile da 84,27 euro a 88,70 per 1.000 litri negli anni 2000-2004, periodo a cui si riferisce la decisione di Bruxelles)”.
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa