LE NOMINE DELLA SANITA’. FULVIO MANNO: “HO CHIUSO IL MANICOMIO A SCICLI”. E INTANTO RICORRE AL GIUDICE DEL LAVORO

"Incavolati" neri, ma fieri del lavoro svolto e dei risultati raggiunti. Hanno sperato sino alla fine nella riconferma, proprio per l’unanime consenso (almeno a livello politico) maturato negli anni riguardo all’opera portata avanti, ma sono rimasti delusi. Il governo regionale ha scelto per la nuova Azienda sanitaria provinciale, attiva dall’1 settembre (incorporerà Ausl e Azienda ospedaliera), Ettore Gilotta, proveniente dal Policlinico di Catania. E dire che efficienza ed economicità costituiscono il "credo" dell’assessore Russo e del governatore Lombardo. Ma anche per chi si vanta di avere costruito una sanità d’eccellenza e con i bilanci in perfetto ordine, come Fulvio Manno e Calogero Termini, manager rispettivamente dell’Ausl 7 e dell’Azienda ospedaliera «Civile-Ompa» , è arrivato il «benservito», in ossequio alla voglia irrefrenabile di rinnovamento. E’ adirato e non poco Fulvio Manno. Ci ha sperato sino alla fine e se non fosse passata la linea oltranzista del «tutti a casa» dell’assessore Massimo Russo, avrebbe certamente ottenuto la conferma: «E’ lei, da bravo giornalista, – sbotta – che dovrebbe dire alla gente perché ci hanno fatto fuori! Non compete certo a me dire perché la politica fa di questi paradossali giochi! Volevano manager in grado di assicurare eccellenza ed economicità? Orbene, dico solo che dall’aprile 2005 ad oggi l’Ausl 7, sotto la mia guida, ha conquistato visibilità addirittura a livello nazionale, tagliando traguardi proprio di conclamata eccellenza e presentando ogni anno i bilanci in attivo. Tutto ciò nonostante i tagli, i lacci ed i laccioli che ci hanno frapposto. Professionalmente ed umanamente non posso che ritenermi soddisfatto dei risultati del mio lavoro. Risultati a cui, evidentemente, non guarda la politica quando fa le sue scelte. Dunque, sarei ipocrita se negassi di essereà deluso». – Direttore Manno, se dovesse appuntarsi una medaglia, per quale opera si auto-premierebbe? «Penso al manicomio (letterale, n.d.r.) che c’era a Scicli. I dementi tranquilli del "Busacca", quando sono arrivato nel 2005, mangiavano con le mani. Ora restano dementi, ma non solo mangiano con le posate, ma hanno il rispetto e l’assistenza che merita ogni persona umana. Di questo vado fiero!». – Ma certamente ci sono altre… conquiste di cui intende fregiarsi! «Ritengo che i risultati dei miei quattro anni di attività, al di là dei bilanci e degli obiettivi tecnici imposti dalla Regione, siano sotto gli occhi di tutti: basti guardare alle somme spese ed ai conseguenti investimenti che hanno riguardato il "Guzzardi" di Vittoria, ove è stata completata la nuova ala o il "Maggiore" di Modica, ove a giorni si procederà nei collaudi del nuovo padiglione. Altri esempi? Modica e Vittoria hanno due Tac nuovissime, di ultima generazione. Ed il 28 agosto, sempre al "Guzzardi", si inaugura Rianimazione che la città agognava da un… secolo. Devo aggiungere altro?». All’adiratissimo Fulvio Manno, fa eco un Calogero Termini egualmente "inviperito", ma un po’ più diplomatico: «La giunta Lombardo – spiega – ha voluto intraprendere la strada dello pseudo-rinnovamento ed ha sacrificato su questo altare anche chi ha perseguito e conseguito proprio gli obiettivi imposti dalla legge di riforma che proprio questo governo aveva varato. Con il collega Manno avevamo non solo i ferrei requisiti richiesti, ma anche comprovata osservanza dei criteri. Le scelte della politica spesso sono incomprensibili!». – Riesce, in questo momento, a trovare motivi di consolazione? «La vita va avanti, come non potrei! E mi… consolo proprio guardando a ciò che è sotto gli occhi di tutto, a cosa sono riuscito a fare. Basta osservare il nuovo ospedale di contrada Puntarazzi il cui progetto ho tirato fuori dal cassetto e che sin dal mio insediamento, nel novembre 2002, nonostante la stasi tra febbraio e settembre 2006 quando l’Azienda fu retta da un commissario, è cresciuto giorno dopo giorno. L’ospedale dedicato a "Giovanni Paolo II" sarà pronto nel prossimo aprile e mi auguro vivamente che il mio successore lo porti a compimento. Dovrà essere al primo punto della sua agenda di lavoro». – Oltre alla rabbia per la… defenestrazione, magari ha anche qualche rimpianto per qualcosa che non ha fatto? «All’Azienda ospedaliera di Ragusa c’è sempre tanto da fare, ma il cruccio è proprio quello di non aver completato il progetto del nuovo ospedale che non si sostanzia solo nella realizzazione ed attivazione della nuova struttura sanitaria di contrada Cisternazzi, ma nella più complessa creazione della "cittadella della salute". Ossia, la realizzazione dell’altra metà dell’ospedale, con il centro direzionale per fare in modo che in città la gente abbia un unico riferimento sanitario. E’ un sogno da realizzare con un project-financing e spero che ci riesca proprio chi prenderà il mio posto». E Fulvio annuncia ricorso al Giudice del Lavoro "Perché m’hanno fatto fuori?" s’interroga il direttore generale giunto a piazza Igea nell’aprile 2005 e destinatario di un provvedimento di «sfratto» entro 31 agosto 2009. Ci ragiona e si dà spiegazioni ad alta voce, non prima di far capire che tutti i direttori generali siciliani «defenestrati», i cui contratti scadranno in futuro si rivolgeranno al giudice del lavoro per ottenere i «ratei maturandi e da riscuotere». Il suo contratto scadrà il 30 aprile del 2010. Da settembre ad aprile sono 8 mesi tondi tondi di uno stipendio che non è mica quello di un travet qualsiasi"
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