Influenza A, il vaccino pronto a metà novembre. Sarà gratuito e verrà somministrato a 8,5 milioni di italiani, a partire da medici e forze dell’ordine. Altri 16 milioni di dosi a gennaio

All’indomani dell’allarme degli Stati Uniti sull’arrivo di un virus non letale, ma capace di diffondersi in modo rapidissimo ed esteso, l’Italia conferma la sua strategia di vaccinare il 30%-40% della popolazione, a partire da metà novembre. Il vaccino sarà gratuito e somministrato dai medici di base. La campagna di vaccinazione partirà con circa 8,5 milioni di dosi. Ad altri sedici milioni di italiani toccherà da fine gennaio. La prima tranche per la vaccinazione contro la nuova influenza umana A/H1N1 mira dunque alla copertura del 40% della popolazione, partendo dai servizi pubblici essenziali, come medici, militari, forze dell’ordine, "perché l’esplosione dell’influenza potrebbe essere tale da mettere a rischio la normale attività dello Stato" e dalle persone a rischio, perchè affette da patologie croniche, nella fascia di età tra i due e i 65 anni, spiega Mauro Martini, presidente dello Snami, il sindacato nazionale autonomo dei medici italiani, presente il 20 agosto scorso nella riunione del tavolo permanente delle cure primarie territoriali. "Saranno disponibili da metà novembre circa nove milioni di dosi, o meglio di doppie dosi perché il vaccino prevede un richiamo dopo un mese", aggiunge Martini. "Il 2 settembre ci sarà un’altra riunione con l’unità di crisi del ministero della Salute, allargata oltre che ai rappresentanti della medicina sul territorio anche a quelli dei servizi pubblici essenziali che saranno coinvolti nella prima fase di vaccinazioni di massa. Su circa 9 milioni, oltre un milione e mezzo, ma le cifre sono da precisare: riguardano gli addetti ai servizi pubblici essenziali, quali forze dell’ordine, militari, carabinieri, operatori sanitari del territorio e ospedalieri, medici famiglia, pediatri libera scelta, e anche donatori di sangue. Saranno i primi ad essere vaccinati poi toccherà ai soggetti tra i 2 e i 65 anni a rischio, ovvero affetti da patologie croniche, quali diabete, insulino dipendenti, patologie respiratorie, come asma, bronchite cronica, patologie da immunosoppressione, malati oncologici". A fine 2009 o inizio 2010 dovrebbe poi partire una seconda tranche per vaccinare la popolazione sana tra i due e i ventisette anni, la più esposta al virus, ma su questo ancora il piano è da definire. Da settembre, spiega il presidente dello Snami, "partirà anche una campagna informativa a pazienti e medici per far sì che siano tutti preparati e prevediamo anche un’anticipazione della vaccinazione per l’influenza stagionale per evitare che ci sia una combinazione delle due forme virali". L’obiettivo quindi è di circoscrivere il numero degli ammalati con le vaccinazioni ma "anche tenere alta l’attenzione sulle terapie, non utilizzando l’antivirale senza necessità. Due fronti vaccino e attenzione a terapia che serviranno d abbassare anche dal punto di vista statistico le complicanze dell’influenza, tra cui anche i decessi. Se si confrontano i dati dell’Italia con gli altri Paesi si nota che l’isolamento, l’attenzione e la cura sono servite ad affrontare meglio la fase iniziale della pandemia, per questo non contiamo alcun decesso". Individuata la persona da vaccinare, si seguiranno le normali procedure per la vaccinazione stagionale, i medici ad esempio verranno vaccinati nelle Asl di riferimento, i carabinieri dai comandi sanitari e così via, le categorie a rischio dai propri medici. Il vaccino – spiega Martini – sarà per tutti adiuvato con Ms 59, è in confezioni multidose e sarà dato direttamente alle strutture interressate, non sarà disponibile in farmacia.
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